“Moonlighting” provò a cambiare la tv
Trent'anni fa andò in onda l'ultimo episodio («Negli anni Ottanta non c'era niente di simile, e non c'è nemmeno oggi»)
Trent’anni fa, il 14 maggio 1989, andò in onda negli Stati Uniti l’ultima puntata di Moonlighting, una serie diversa, che provò a cambiare un po’ la tv. Nei dialoghi e nell’approccio alla storia Moonlighting, nota in Italia anche come Agenzia Luna Blu, si ispirava alle commedie di diversi decenni prima. In certe trovate di regia e racconto era invece molto innovativa, per esempio perché i suoi personaggi rompevano spesso la quarta parete (lo schermo) per parlare con il pubblico o per dirsi tra loro cose come “no, questa cosa non succederà oggi, ho letto la sceneggiatura”. Il New York Times parla a questo proposito di un «contagioso entusiasmo per la sperimentazione» e aggiunge: «Negli anni Ottanta non c’era niente di simile, e non c’è nemmeno oggi».
Moonlighting andò avanti per cinque stagioni e 67 episodi e fu anche la prima a mischiare in quel modo dramma e commedia, poliziesco e storie romantiche (qualcosa di simile aveva fatto Mai dire sì, il cui protagonista, interpretato da Pierce Brosnan, ebbe anche un cameo nella serie).
I protagonisti di Moonlighting due detective, un uomo e una donna, che avevano a che fare con dei casi da risolvere, ma c’erano anche molti momenti divertenti e romantici. Lui, David Addison, era Bruce Willis al suo primo ruolo importante. Lei, Maddie Hayes, era Cybill Shepherd, in un ruolo che ne rilanciò la carriera dopo qualche anno in cui le cose non le erano girate nel verso giusto. Chi si ricorda della serie si ricorda anche della sua sigla, cantata da Al Jarreau.
Moonlighting fu ideata dal trentenne Glenn Gordon Caron, che disse di essersi ispirato a una rappresentazione della Bisbetica domata, una nota commedia di William Shakespeare in cui aveva visto recitare Meryl Streep. Prima di scegliere l’allora sconosciuto Bruce Willis fece centinaia di provini. Disse invece che il personaggio di Maddie era stato scritto pensando proprio a Cybill Shepherd, che era diventata famosa recitando in L’ultimo spettacolo di Peter Bogdanovich. Il riferimento per i tanti dialoghi – intensi, rapidi e spesso molto arguti – arrivava dalle commedie screwball: è una parola del gergo del baseball, usata per definire una palla lanciata in modo tale che, prima di arrivare al battitore, si avviti su se stessa e giri in modo strano e imprevedibile. Le commedie screwball erano quelle che negli anni Trenta e Quaranta avevano dialoghi imprevedibili, personaggi buffi ed evoluzioni inaspettate.
La storia di Moonlighting inizia con Maddie, un’ex modella che viene truffata dal suo commercialista e che, tra le tante attività in cui aveva investito, si ritrova solo con una: un’agenzia investigativa che se la passa piuttosto male. Va quindi all’agenzia, dove lavora David, per dire che la chiuderà. Ma David la convince invece a lavorarci insieme a lui e a cambiarle il nome in “Agenzia Investigativa Blue Moon”, perché nella sua precedente carriera Maddie era stata testimonial dello shampoo Blue Moon. Nell’agenzia lavora anche una segretaria, interpretata da Allyce Beasley, che ha la peculiarità di rispondere al telefono sempre in rima.
La serie va avanti tra casi da risolvere e il procedere della vita di David, Maddie e di alcuni altri personaggi secondari. David e Maddie sono diversi – lei più elegante, lui più brusco – e bisticciano spesso. Ma un po’ si piacciono e infatti nella terza stagione finiscono a letto insieme. Fu un momento molto atteso dagli spettatori, persino anticipato da un’apposita campagna pubblicitaria. In quel momento però svanì la tensione tra i due e l’incertezza negli spettatori, e secondo molti fu allora che la serie cominciò a perdere potenza. I due, tra l’altro, non restarono insieme a lungo: verso la fine della serie Shepherd dovette partorire due gemelli e Willis fu sempre più preso dalla sua carriera cinematografica (Trappola di cristallo uscì nel 1988). Negli ultimi episodi della serie i due comparvero raramente insieme e ci furono anche episodi dedicati ad altri personaggi, perché Willis e Shepherd non potevano sempre essere sul set.
Nonostante un’ultima parte non al livello della prima, Moonlighting è comunque considerata una serie innovativa, coraggiosa e di qualità. Le sue sceneggiature, piene com’erano di dialoghi, erano spesso lunghe il doppio di quelle di altre serie di simile durata, il budget era tra i più alti della televisione e le riprese di un singolo episodio potevano durare anche più di 10 giorni: non era poco, per una serie di quel tipo e di quegli anni. Moonlighting ebbe anche tanti attori famosi in ruoli più piccoli: Orson Welles, Demi Moore, Peter Bogdanovich e Whoopi Goldberg, tra gli altri.
Moonlighting si fa ricordare anche per un episodio in particolare, il quarto della seconda stagione: “The Dream Sequence Always Rings Twice”. Contiene due sequenze di sogno in cui i due protagonisti immaginano di essere negli anni Quaranta, in un contesto che ha a che fare con un caso di cui si stanno occupando. Solo che i sogni di David e Maddie sono diversi per via del modo in cui loro interpretano certe sfumature della vicenda. Le sequenze dei sogni furono girate in bianco e nero: una sorta di omaggio ai film noir di quegli anni. A introdurlo fu Orson Welles, nell’ultima interpretazione della sua vita, prima di morire nell’ottobre 1985.
L’episodio “Atomic Shakespeare”, il settimo della terza stagione, inizia invece con un giovane spettatore di Moonlighting che studia Shakespeare mentre guarda la serie e si immagina quindi i personaggi della serie in costume, che recitano nella Bisbetica domata e parlano in versi.
L’altra grande peculiarità di Moonlighting fu la consapevolezza dei personaggi di essere parte di una serie tv: e quindi c’erano riferimenti allo spettatore, cameramen che intervenivano in scena e personaggi che si dicevano che non potevano iniziare una relazione perché la serie ne avrebbe risentito. C’erano anche i cosiddetti cold open: delle introduzioni in cui i personaggi o altre persone, come Welles, presentavano quello che sarebbe successo di lì a poco. Ci fu anche, scrive MyMovies, «un’intera puntata dedicata alla crisi tra i due protagonisti che si rifiutano di registrare nuovi episodi con tanto di intervento esterno di una famosa giornalista che tenta di scoprire il motivo di tale crisi e cerca di rappacificare gli animi».
Anche il finale della serie fu su questo tono. In breve, David e Maddie scoprono che la serie non sarà rinnovata perché vedono che stanno smontando il set, vanno da un produttore della ABC per provare a fargli cambiare idea ma lui dice che non si può. Dopo alcuni malinconiche immagini sulla serie compare la scritta:
L’Agenzia Investigativa Blue Moon ha chiuso definitivamente il 14/05/1989.