I migranti soccorsi dalla Marina sono arrivati in Sicilia
Nel frattempo la Mare Jonio ha attraccato a Lampedusa dopo aver soccorso 29 migranti, ma il Viminale ha detto che sarà sequestrata
I 36 migranti che erano stati salvati il 9 maggio nel Mediterraneo dalla Marina militare sono sbarcati ad Augusta, in Sicilia. Lo sbarco era stato annunciato dal presidente del Consiglio che aveva anche comunicato di aver ottenuto la disponibilità da parte di altri paesi europei «a prendere alcuni migranti», nonostante il ministro dell’Interno Matteo Salvini avesse detto perentoriamente: «C’è una nave della Marina militare che in acque libiche ha raccolto 40 immigrati, io porti non ne do».
Sempre Salvini aveva detto, prima della decisione di Conte: «O si lavora tutti nella stessa direzione o non può esserci un ministro dell’Interno che chiude i porti e qualcun altro che raccoglie i migranti». Le intenzioni del ministro dell’Interno sono state quindi smentite dal comportamento del governo, che d’altra parte non aveva scelta: trovandosi su una nave della Marina militare, i migranti erano di fatto già sul territorio italiano. Il rischio descritto da alcuni giornali era trovarsi in una situazione simile a quella della nave Diciotti, la nave militare a cui lo scorso agosto fu impedito per giorni di far sbarcare i migranti che aveva salvato, portando così alle accuse giudiziarie da cui Salvini si è sottratto solo grazie al voto parlamentare della Lega e del Movimento 5 Stelle.
Salvini, peraltro, su questo salvataggio aveva detto cose false o imprecise: la Marina militare ha spiegato che i 36 migranti, tra i quali ci sono 2 donne e 8 bambini, sono stati salvati a 75 chilometri dalla costa libica, quindi non in acque libiche, e che la loro barca «imbarcava acqua e quindi era in procinto di affondare e le persone a bordo erano in imminente pericolo di vita». I migranti erano stati prima fatti salire sul pattugliatore Cigale Fulgosi e poi trasferiti sulla nave Stromboli che poi li ha portati ad Augusta.
La Marina ha spiegato che il pattugliatore Cigale Fulgosi fa parte dell’Operazione Mare Sicuro, «assegnata dal Governo e dal Parlamento e finalizzata a proteggere gli interessi nazionali nel Mediterraneo centrale». La Marina ha spiegato che il pattugliatore stava «conducendo attività di presenza, sorveglianza e deterrenza, anche in ragione all’attuale situazione di sicurezza presente in Libia».
Il pattugliatore Cigala Fulgosi ha soccorso 36 migranti a bordo di una imbarcazione in procinto di affondare. Comunicato stampa nr. 48 ► https://t.co/zrwvDbb0Bo #MarinaMilitare #NoiSiamolaMarina pic.twitter.com/xtd0r1Wbzi
— Marina Militare (@ItalianNavy) May 9, 2019
Sempre ieri la nave Mare Jonio, di proprietà della ong italiana Mediterranea, ha soccorso 29 migranti al largo delle coste libiche e questa mattina è entrata nel porto di Lampedusa, per farli sbarcare. Repubblica scrive di aver appreso da fonti del Viminale che la Guardia di Finanza sta procedendo al sequestro del mezzo dopo aver rilevato alcune irregolarità a bordo: l’accusa sarebbe di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Mediterranea ha scritto su Twitter di aver saputo del sequestro solo tramite le notizie diffuse dalla stampa e di non aver ricevuto nessuna notifica dalle autorità.
In precedenza Salvini aveva detto: «Un conto è una nave della Marina militare, che attraverso il suo ministro di riferimento si assumerà le proprie responsabilità, un altro una nave di privati o dei centri sociali come la Mare Jonio. Per loro, i porti restano chiusi». In realtà anche lo scorso marzo i migranti salvati dalla nave Mediterranea erano stati fatti sbarcare a Lampedusa.
Partita in questo momento #MareJonio per fare ingresso al porto di Lampedusa, per completare operazioni di salvataggio con lo sbarco dei naufraghi nel porto sicuro, come prevede la legge. Mare Jonio è scortata da una motovedetta della @GDF . pic.twitter.com/Sgwy7U521g
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) May 10, 2019