La casa editrice Altaforte sarà esclusa dal Salone del Libro di Torino

(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

Gli enti e le associazioni che organizzano il Salone del Libro di Torino hanno rescisso il contratto con Altaforte, la casa editrice vicina a CasaPound, come richiesto ieri dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte in seguito alle grosse polemiche che andavano avanti da giorni. Comune e Regione avevano motivato la domanda spiegando che la presenza di Altaforte al Salone stava causando un grave danno di immagine all’evento e alla città e aveva anche reso impossibile una lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, che aveva annullato per protesta la sua presenza. Si è trattata, hanno detto, di una «una scelta politica di cui ci assumiamo tutta la responsabilità».

Francesco Polacchi, editore di Altaforte ed esponente di Casapound, ha detto che avrebbe fatto ricorso in caso di recessione e che comunque si presenterà al Salone per aprire il suo stand. Il 7 maggio il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino Chiara Appendino avevano anche denunciato Polacchi per apologia del fascismo.

Il Salone ha anche deciso di affidare l’inaugurazione a Birenbaum, che ha risposto con un video di ringraziamento.Il direttore del Salone Nicola Lagioia ha detto di aver chiamato gli autori che avevano annullato la loro partecipazione invitandoli a «preparare le valigie e venire a Torino»; uno di loro, il fumettista Zerocalcare, ha confermato la sua presenza su Twitter.