Il comune di Torino e la regione Piemonte hanno chiesto al Salone del Libro di rescindere il contratto con la casa editrice Altaforte

Gli stand dell'edizione 2017 del Salone del Libro di Torino (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
Gli stand dell'edizione 2017 del Salone del Libro di Torino (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

Il Comune di Torino e la Regione Piemonte hanno chiesto agli enti e alle associazioni che organizzano il Salone del Libro di rescindere il contratto con la casa editrice Altaforte, la casa editrice vicina a CasaPound al centro di una grossa polemica per la partecipazione al Salone. Comune e Regione hanno scritto in una nota congiunta che «è necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone».

Repubblica scrive che la richiesta è arrivata «dopo una lunga giornata di trattative fra gli organizzatori, il prefetto e il questore», perché «alla luce della situazione che si è venuta a creare, che rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e alla forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di Altaforte». Francesco Polacchi, editore di Altaforte, ha detto: «È una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro». Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro, ha detto di aver chiamato gli autori che avevano annullato la loro partecipazione al Salone «per dir loro di preparare le valigie e venire a Torino». Il fumettista e disegnatore Zerocalcare, tra gli autori che avevano annullato la loro partecipazione, ha fatto un tweet a riguardo:

Nel pomeriggio il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza della Prefettura di Torino aveva deciso di spostare lo stand di Altaforte in una posizione più defilata. Il 7 maggio il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino Chiara Appendino avevano invece denunciato Polacchi per apologia del fascismo.