Due calciatori della nazionale russa sono stati condannati a un anno e mezzo di carcere per aggressione
I calciatori russi Aleksandr Kokorin e Pavel Mamaev sono stati condannati rispettivamente a diciannove e diciotto mesi di carcere. Lo scorso ottobre erano stati accusati di aver aggredito insieme ad altre persone un funzionario ministeriale russo e un autista nel centro di Mosca. Le aggressioni erano state riprese da diverse telecamere di sorveglianza e trasmesse dalle televisioni di tutto il paese, oltre a circolare molto online. Kokorin e Mamaev si trovavano sotto contratto con Zenit San Pietroburgo e Krasnodar ed erano nel giro della nazionale maggiore, con la quale avevano partecipato insieme agli Europei in Francia del 2016. I due sono stati successivamente sospesi dai loro club ed esclusi dalla nazionale. Hanno passato gli ultimi mesi in un carcere preventivo in attesa del processo: dopo la sentenza del tribunale — che ha accolto entrambe le richieste del pubblico ministero — Kokorin dovrà scontare altri otto mesi in carcere mentre a Mamaev ne rimangono sette.
Kokorin ha 28 anni, è un attaccante e da giovane era considerato la più grande promessa del calcio russo, come lo definì anche Fabio Capello nel suo periodo da allenatore della nazionale. Ma non è mai riuscito a distinguersi, se non in qualche stagione positiva con lo Zenit, il suo ultimo club. Ha fatto parte della nazionale ma ha saltato i Mondiali in casa dell’anno scorso dopo essersi rotto i legamenti del ginocchio. Mamaev invece ha 30 anni ed è un centrocampista. Giocava con il Krasnodar dal 2013 e ha fatto parte della nazionale russa per otto anni. Il giorno precedente alle aggressioni, i due avevano giocato contro in campionato.