Maduro resiste
Ieri il leader dell’opposizione Juan Guaidó ha provato a rovesciare il governo, cercando il sostegno dell'esercito: per ora non sembra aver funzionato
Ieri, martedì 30 aprile, il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó ha provato a forzare la mano, dopo i mesi di stallo seguiti alla sua autoproclamazione come legittimo presidente del Venezuela. All’alba, Guaidó ha pubblicato un video in cui, circondato da soldati, diceva che l’esercito era passato dalla sua parte e invitava la popolazione del Venezuela e i militari a unirsi alla fase finale della cosiddetta “Operazione Libertà”, con l’obiettivo di mettere fine al regime del presidente Nicolás Maduro. Dopo una giornata di manifestazioni e violenti scontri con le forze di sicurezza leali al governo di Maduro, però, pare che sia cambiato poco: Maduro sembra avere ancora il controllo dell’esercito e tutto è nuovamente in stallo.
Il video pubblicato da Guaidó è stato il più ardito tentativo fin qui di rovesciare il governo e iniziare il periodo di transizione che aveva promesso quando a gennaio, sostenuto dall’Assemblea Nazionale, aveva dichiarato illegittima la presidenza di Maduro. Il video sembra essere stato girato in una delle basi dell’esercito venezuelano a Caracas, la capitale del paese, e avrebbe dovuto convincere la maggioranza dell’esercito ad abbandonare Maduro, permettendo una pacifica presa del potere da parte di Guaidó. Nel video, inoltre, c’era anche Leopoldo López, famosissimo oppositore venezuelano che fino a ieri mattina si trovava agli arresti domiciliari perché condannato a 13 anni di carcere: la sua presenza era un ulteriore segnale che parte delle forze di sicurezza venezuelane erano passate dalla parte di Guaidó, liberandolo.
En el marco de nuestra constitución. Y por el cese definitivo de la usurpación. https://t.co/3RD2bnQhxt
— Juan Guaidó (@jguaido) April 30, 2019
La mossa di Guaidó ha scatenato nuove proteste in tutta la città di Caracas, ma per ora non sembra esser riuscita nel suo intento. Dopo una giornata di scontri, in cui sono rimaste ferite almeno 69 persone (e qualcuno parla anche di un morto), Maduro ha parlato in diretta televisiva attorniato dai ministri del suo governo e dai capi dell’esercito, dicendo di aver represso il tentativo di “colpo di stato” e di essere ancora pienamente in controllo del paese. E le cose sembrano stare così: nonostante una parte dell’esercito abbia effettivamente dichiarato lealtà a Guaidó – e non è cosa da poco – sembra che la maggioranza delle forze armate sia ancora con Maduro.
Guaidó, forse, si aspettava un risultato molto diverso e un indizio di questo potrebbero essere le parole del Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo e del consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Bolton. Parlando a CNN, Pompeo aveva detto che lunedì Maduro e i suoi più stretti collaboratori erano pronti a lasciare il paese e il potere, ma che erano stati convinti a non farlo dalla Russia. Bolton, invece, aveva detto che diversi ministri del paese, tra cui quello della Difesa, si erano già dichiarati favorevoli a una transizione di potere, per poi cambiare idea. Pompeo e Bolton non hanno però offerto prove concrete a riguardo: Maduro nel suo discorso ha negato di aver pensato di lasciare il paese, e tutti i suoi ministri hanno manifestato sostegno nei suoi confronti.
Se ci fosse davvero un piano per una transizione di potere e se sia poi saltato all’ultimo minuto, per ora non è chiaro. A fine giornata, Guaidó ha nuovamente chiesto ai suoi sostenitori di scendere in strada e protestare pacificamente contro Maduro, e ci si aspettano per oggi nuovi scontri, specialmente a Caracas. López, che per anni era stato il più importante leader dell’opposizione e la cui liberazione aveva un grande valore simbolico, si è intanto rifugiato con la sua famiglia nell’ambasciata spagnola di Caracas, di fatto mostrando una certa debolezza del fronte di Guaidó. Il fatto che comunque l’esercito e la polizia leali a Maduro non abbiano provato ad arrestare né Guaidó né López, dice il New York Times, è probabilmente un segno che anche Maduro non è in una posizione di completo controllo sul paese.