Gli scontri fra polizia e neofascisti a Milano
Un migliaio di persone ha tenuto un corteo non autorizzato per celebrare un attivista fascista ucciso nel 1975: erano anni che in città non succedeva una cosa del genere
A Milano lunedì sera ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti durante un corteo di militanti di estrema destra in ricordo di Sergio Ramelli, un membro del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile dell’Msi, che fu ucciso nel 1975 da alcuni esponenti della sinistra extraparlamentare. I manifestanti erano circa un migliaio. In tutto ci sono stati quattro feriti, due fra i manifestanti e due fra i poliziotti, nessuno in gravi condizioni.
Il corteo era stato vietato dal prefetto di Milano per motivi di sicurezza, ma all’appuntamento fissato per le 20 in piazzale Susa, a est del centro della città, si sono comunque presentate centinaia di persone. La polizia è quindi intervenuta per fermare la manifestazione, con due cariche per tentare di disperdere il corteo.
I manifestanti però sono rimasti in strada, e dopo una lunga trattativa con la questura hanno ricevuto il permesso per sfilare fino a via Palladini, dove c’è una targa in ricordo di Ramelli. Intorno alle 23 i manifestanti sono arrivati alla targa, che poi hanno salutato col saluto romano invocando il «camerata Sergio Ramelli»; una cerimonia tipicamente fascista.
Secondo il Corriere della Sera erano diversi anni che i gruppi neofascisti della città non si scontravano con la polizia. A Milano l’estrema destra neofascista gode storicamente di pochissimi consensi – alle ultime elezioni politiche i due principali partiti neofascisti, Casapound e Forza Nuova, hanno preso meno dell’1 per cento a testa – ma ha legami ben radicati con alcune forze politiche e con le tifoserie organizzate di Milan e Inter.
Ieri sera le trattative fra manifestanti e questura sono state condotte da due parlamentari di Fratelli d’Italia, Marco Osnato e Carlo Fidanza, ed erano presenti vari rappresentanti della Lega: il deputato Jari Colla, il consigliere comunale Massimiliano Bastoni – considerato il ponte fra la Lega e i gruppi neofascisti in città – e vari eletti nei Municipi della città.