Il primo serial killer di Cipro
Dopo i ritrovamenti di diversi cadaveri, un militare greco cipriota ha confessato di aver ucciso cinque donne e due bambine di origine straniera
Domenica la polizia di Cipro ha trovato i resti di una donna in una valigia sul fondo di un lago artificiale: secondo le indagini, è una delle vittime del primo serial killer mai arrestato sull’isola, un militare greco cipriota di 35 anni. L’uomo ha confessato di aver ucciso cinque donne e due bambine di origine straniera negli ultimi tre anni. Finora la polizia ha trovato quattro corpi, di cui tre all’interno del lago artificiale, che si trova a Mitsero, una piccola località 32 chilometri a ovest della capitale Nicosia. Dato che la scomparsa di due delle donne uccise era stata denunciata l’anno scorso, ci sono state delle proteste contro la polizia, accusata di non aver investigato al meglio delle proprie possibilità perché le donne erano di origine straniera.
Le indagini erano iniziate con il ritrovamento all’inizio di aprile del corpo di una donna filippina, Mary Rose Tiburcio di 38 anni, in una conduttura allagata vicino al lago artificiale. Successivamente era stato trovato anche il corpo di Arian Palanas Lozano, un’altra donna filippina di 28 anni, scomparsa nel 2018 come Tiburcio. Il militare era stato arrestato dopo che alcuni messaggi scambiati online da Tiburcio avevano destato sospetti su di lui. L’uomo era stato accusato di aver ucciso anche una terza donna filippina, Maricar Valtez Arquiola (31 anni), scomparsa alla fine del 2017: inizialmente aveva negato di essere colpevole, ma poi ha confessato gli omicidi di Arquiola, Tiburcio, Lozano e altre quattro donne e bambine. Una sarebbe la figlia di Tiburcio, una bambina di 6 anni.
Dopo l’arresto il sospettato ha fatto trovare alla polizia il corpo di una donna di origine nepalese o indiana che aveva nascosto nel pozzo di un poligono di tiro militare; per ora la donna non è stata identificata. L’uomo ha anche confessato di aver gettato i corpi di tre delle sue vittime nel lago di Mitsero, che si trova sul sito di una vecchia miniera di calcopirite ed è tossico. Non si sa ancora a chi appartenga il corpo ritrovato domenica: è in uno stato di decomposizione avanzato. Potrebbe essere di una donna di origine rumena: il serial killer ha confessato di aver ucciso anche una donna di origine rumena e sua figlia scomparse nel 2016.
Cipro ha 854mila abitanti, meno della città di Torino, e un basso tasso di criminalità: in tempo di pace non c’era mai stato un crimine violento così grave contro le donne. Il 26 aprile centinaia di persone hanno manifestato fuori dal palazzo presidenziale di Nicosia per ricordare le vittime e protestare contro le autorità. Il Partito Progressista dei Lavoratori (AKEL), un partito di opposizione, ha chiesto le dimissioni del capo della polizia e del ministro della Giustizia. Il capo del partito, Andros Kyprianou, ha detto: «Un’indifferenza senza precedenti è stata dimostrata in questo caso semplicemente perché le vittime non erano di origine cipriota ma venivano da paesi stranieri».
Doros Polycarpou, direttore dell’organizzazione di sostegno ai migranti e ai rifugiati Kisa, ha detto all’agenzia di stampa Reuters che a Cipro c’è un «sistema a due livelli» per cui alcuni non ciprioti non hanno gli stessi diritti degli altri cittadini. La polizia ha risposto alle accuse sulla lentezza delle indagini dicendo che per legge non poteva avere accesso alle comunicazioni personali delle donne scomparse senza un ordine del tribunale, che viene emesso solo nei casi in cui è sospettato un reato grave. Ha detto che comunque verrà fatta un’indagine sul modo in cui il caso è stato gestito.