Volodymyr Zelensky è filorusso?
Il nuovo presidente ucraino è stato accusato di avere posizioni poco chiare verso il regime di Vladimir Putin, ma finora le sue dichiarazioni sembrano dire il contrario
Ci vorrà circa un mese perché Volodymyr Zelensky, il neoeletto presidente dell’Ucraina, si insedi nel suo nuovo incarico e si faccia davvero conoscere come leader politico: di professione è un attore comico – ha partecipato alla serie tv Servitore del popolo, dove ha interpretato proprio il ruolo del presidente – ed è anche per questo che non si conoscono le sue posizioni su molti temi di attualità, tra cui l’atteggiamento da adottare nei confronti della Russia di Vladimir Putin, una questione molto sentita e dibattuta in Ucraina da diversi anni.
Durante la campagna elettorale, Zelensky è stato accusato da molti osservatori stranieri – ma anche dal suo principale avversario Petro Poroshenko, il presidente uscente – di essere filorusso, per non avere mai presentato un piano dettagliato per contrastare l’aggressività russa in Ucraina. Diversi siti di news, tra cui il Moscow Times, hanno cercato di fare chiarezza, mettendo insieme tutte le cose che ha detto e fatto finora Zelensky in relazione alla Russia.
Cosa diceva Zelensky della Russia prima di candidarsi a presidente
Cioè nel ruolo di attore comico. Nel 2014, qualche giorno dopo che il presidente russo Vladimir Putin ebbe firmato il trattato con cui la Russia dichiarava l’annessione della Crimea, Zelensky disse in un’intervista con il quotidiano in lingua russa KP che nel caso si fosse presentata un’opportunità sarebbe andato nella regione a fare una visita. Fece anche una battuta dicendo che non ci sarebbe andato in vacanza finché ci fossero state «persone armate». Nello stesso periodo, in un’intervista televisiva, disse, sempre con il tono da battuta:
Voglio rivolgermi a Putin. Caro Vladimir Vladimirovich! Non lasciare che tra noi ci sia anche solo un accenno di scontro militare. La Russia e l’Ucraina sono nazioni sorelle… Se lo vuoi, ti supplicherò in ginocchio. Ma per favore, non mettere in ginocchio il nostro popolo.
Sempre nel 2014, in agosto, ci fu un’indagine russa su Zelensky dopo che il comico tenne uno spettacolo davanti alle truppe dell’esercito ucraino stanziate a Mariupol, nel sud del paese, e il suo studio cinematografico donò 1 milione di grivnie (circa 33mila euro) all’esercito. Durante il tour in Crimea, quando ringraziò i soldati ucraini «per la difesa contro ogni tipo di spazzatura», Zelensky fu accusato dai russi di aver incitato il suo pubblico contro la Russia. Nel 2014 poi Zelensky interruppe i lavori su un film russo e smise di andare in Russia per partecipare a proiezioni di film e festival di cinema.
Le promesse della campagna elettorale
Le promesse elettorali di Zelensky che in qualche modo c’entrano con la Russia sono quattro. La prima è quella che lui stesso ha definito il suo «compito numero uno»: far rientrare in Ucraina i 24 marinai che si trovano in stato d’arresto in Russia dallo scorso novembre per alcuni gravi incidenti avvenuti tra la marina ucraina e quella russa nello stretto di Kerč’, tra il Mar d’Azov e il Mar Nero. La seconda promessa è di intraprendere un dialogo con la Russia per risolvere la «guerra reale» tra i due paesi; a questo proposito Zelensky ha detto che «non ci possono essere compromessi sulla sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina».
La sua terza promessa che riguarda la Russia è quella di trovare fondi alternativi per le importazioni di petrolio: lo ha detto dopo che la Russia aveva annunciato il divieto di esportare carbone, petrolio e derivati in Ucraina. Infine Zelensky ha promesso che organizzerà un referendum sulla potenziale entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea e nella NATO.
Pubblicamente Zelenksy ha negato di essere filorusso e ha detto che non accetterebbe di firmare alcun trattato di pace che prevedesse la cessione di territori alla Russia. Tuttavia il Wall Street Journal ha scritto che funzionari e diplomatici occidentali che hanno incontrato di recente Zelensky a Kiev lo hanno trovato amichevole e concentrato sul suo nuovo ruolo, ma molto vago su qualsiasi piano per risolvere il conflitto con la Russia e su come continuare la collaborazione iniziata da Poroshenko con i governi occidentali.
Cosa ha detto sulla Crimea e sul Donbass
Riguardo alla situazione nell’est dell’Ucraina, in campagna elettorale Zelensky ha detto che se avesse vinto le elezioni avrebbe negoziato un cessate il fuoco nelle zone delle autoproclamate repubbliche separatiste filorusse (il cosiddetto Donbass, che riunisce le regioni di Luhansk e Donetsk). Ha anche spiegato che per garantire il cessate il fuoco porterà avanti una «guerra di informazione» diffondendo programmi televisivi e radiofonici a sostegno dell’Ucraina in lingua russa, nelle regioni in conflitto e nel mondo.
Sul lungo periodo Zelensky ha escluso di voler concedere uno statuto speciale alle regioni separatiste di Luhansk e Donetsk, le cui zone controllate dal governo ucraino hanno votato in larga parte per lui alle elezioni di domenica. Ha anche detto di essere a favore di un intervento dei caschi bianchi delle Nazioni Unite.
Sulla Crimea, invece, ha detto che un ritorno della regione al controllo ucraino sarà possibile solo dopo un cambio di potere in Russia, che il «cosiddetto “referendum”» con cui è stata votata l’annessione della regione alla Russia non può essere considerato espressione «della libera volontà dei residenti della Crimea», e che l’Ucraina non scambierà la pace nel Donbass con la cessione della Crimea.
Quindi Zelensky non è filorusso?
Secondo Alexander Motyl, docente di scienze politiche della Rutgers University e collaboratore del magazine Foreign Policy, Zelensky sarebbe «pericolosamente filorusso»: è ciò che emergerebbe dalla serie tv in cui ha interpretato un insegnante di storia che un po’ per caso si ritrova eletto presidente. Nella serie, che ha anche dato il nome al partito di Zelenksy, Servitore del popolo, i personaggi che parlano ucraino (e non russo, diversamente da Zelensky e dal suo personaggio) sono spesso nazionalisti golpisti. In nessun momento poi si fa riferimento all’annessione della Crimea, alla guerra in Ucraina orientale e ai tentativi russi di sfidare l’indipendenza ucraina: «Questa curiosa assenza suggerisce che Zelensky, che della serie è stato anche produttore esecutivo, non abbia idea di come trattare con una reale minaccia esistenziale contro l’Ucraina, o ancora peggio che non crede che ne esista una. Nel migliore dei casi, il presidente Zelensky sarà incline a commettere gravi errori nei suoi rapporti con Putin; nel peggiore, potrebbe essere disposto a fare concessioni che svuoterebbero di sovranità l’Ucraina».
Durante la campagna elettorale, sul sito di un gruppo di hacker ucraino Zelensky è stato accusato di aver ricevuto dei finanziamenti da Vladislav Surkov, consigliere di Putin di lunga data, e dal miliardario russo Konstantin Malofeev: la settimana scorsa i servizi segreti ucraini hanno detto di stare indagando per verificare queste accuse.
A parte i sospetti e le critiche basate per lo più sulla sua serie tv, per il momento non ci sono prove solide per sostenere che Zelensky prenderà posizioni filorusse o veda con simpatia il regime di Vladimir Putin: stando alle cose dette finora, sembra per lo più il contrario. Per chiarire meglio le posizioni del nuovo presidente, comunque, si dovrà aspettare almeno il suo insediamento: solo allora si capirà se Zelensky – così come il suo predecessore Poroshenko – sceglierà la linea dell’intransigenza nei confronti della Russia, oppure qualcosa di diverso.