I morti negli attentati in Sri Lanka sono 253, non 359
Il governo srilankese ha rivisto al ribasso il bilancio, attribuendo l'errore alle difficoltà a identificare i resti delle persone uccise
Il governo dello Sri Lanka ha rivisto al ribasso il numero di morti negli attentati compiuti il giorno di Pasqua, portandolo da 359 a 253. Il viceministro della Difesa srilankese Ruwan Wijewardene ha corretto il bilancio giovedì, citando le grandi difficoltà delle autorità a identificare le vittime a causa della natura delle esplosioni, alcune delle quali sono avvenute in spazi chiusi (come le chiese) e hanno ucciso decine di persone. Il capo dei servizi sanitari dello Sri Lanka, Anil Jasinghe, è stato ancora più preciso: ha detto a Reuters che sui luoghi degli attentati c’erano così tante parti di corpi umani che «era difficile dare numeri precisi».
Secondo il ministro della Sanità srilankese, tutte le autopsie sui corpi delle persone uccise negli attentati sono state completate giovedì e durante le operazioni i medici si sono accorti che alcune vittime erano state contate più di una volta.
Il nuovo bilancio fa sì che gli attentati in Sri Lanka non si possano più considerare i più violenti compiuti dallo Stato Islamico (o ISIS) nella sua breve storia: nel 2016 una serie di esplosioni a Baghdad, in Iraq, uccise 340 persone, mentre l’anno successivo un attacco coordinato a una moschea nel deserto del Sinai, in Egitto, uccise 311 persone.