Gli Stati Uniti non estenderanno le esenzioni concesse a otto paesi per continuare a importare il petrolio iraniano
Il governo statunitense di Donald Trump non rinnoverà le esenzioni concesse a otto paesi per continuare a importare petrolio dall’Iran. La misura – che prevede che chi continuerà a importare petrolio verrà colpito da sanzioni americane – comincerà a produrre i suoi effetti all’inizio di maggio, quando scadrà il termine delle precedenti esenzioni, e riguarderà Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Turchia, oltre che Taiwan, Italia e Grecia, tre stati che però avevano già deciso di interrompere le proprie importazioni di greggio dall’Iran. L’obiettivo dell’amministrazione Trump è quello di azzerare le esportazioni di petrolio dell’Iran, ovvero la principale fonte di entrate del paese.
Gli Stati Uniti avevano reintrodotto le sanzioni all’Iran lo scorso anno, in seguito alla decisione dell’amministrazione Trump di ritirarsi dallo storico accordo sul nucleare iraniano firmato da diversi paesi occidentali, oltre che dall’Iran. Trump sperava di negoziare così un nuovo accordo che fosse più favorevole agli Stati Uniti e che non riguardasse solo le attività nucleari dell’Iran, ma anche il suo programma missilistico e le sue politiche aggressive nel resto del Medio Oriente. Le sanzioni, imposte lo scorso novembre, erano state accompagnate dalla concessione di particolari esenzioni per otto paesi, di modo da dare loro il tempo di trovare venditori alternativi ed evitare uno shock sul mercato globale del petrolio.