Le milizie civili al confine col Messico sono sempre più aggressive
Dicono di voler aiutare la polizia di frontiera a gestire l'arrivo dei migranti, ma sempre più spesso sembrano volersi sostituire alle autorità
Negli ultimi giorni i giornali statunitensi sono tornati a parlare delle milizie civili che pattugliano il confine meridionale degli Stati Uniti, quello con il Messico. Le milizie civili – spesso armate e con un’organizzazione militare – non sono un fenomeno nuovo, ma negli ultimi mesi le loro attività si sono intensificate con il crescere del numero di migranti che provano ad attraversare il confine. Pur non avendone il diritto, sembra che stiano di fatto anche cominciando ad arrestare persone, famiglie e gruppi di migranti lungo il confine, facendo molto preoccupare le autorità e i gruppi che si occupano di diritti civili.
Uno degli episodi più discussi di questa settimana è mostrato in un video pubblicato su Facebook da uno di questi gruppi che pattugliano il confine, che si fa chiamare United Constitutional Patriots, tra i più attivi degli ultimi mesi. Il video è stato girato di notte vicino alla città di Sunland Park, in New Mexico, e mostra decine di persone, migranti da poco arrivati dal Sud America, seduti a terra nel buio, sorvegliati dai miliziani che li illuminano con torce elettriche nell’attesa dell’arrivo degli agenti del Border Patrol, la polizia di frontiera degli Stati Uniti. Durante il video, prima dell’arrivo della polizia, si sente la donna che lo sta registrando che dice a qualcuno di “non puntare la pistola” verso i migranti, tra cui ci sono tantissime donne e bambini anche molto piccoli.
Questo dettaglio ha mostrato come le tattiche usate dalle milizie di frontiera si siano fatte sempre più aggressive e comportino anche l’uso di armi, che di fatto rendono molto labile il confine tra un semplice lavoro di sorveglianza e uno di polizia. I miliziani, infatti, non sono legalmente autorizzati ad arrestare nessuno, ma devono limitarsi a dare ordini verbali e avvisare la polizia. Un portavoce di United Constitutional Patriots, Jim Benvie, ha spiegato al New York Times che i membri del gruppo non sono autorizzati a portare fucili e mitragliatori durante le operazioni di pattugliamento del confine, ma che spesso hanno con loro pistole di altro tipo. Le immagini promozionali di United Constitutional Patriots mostrano tuttavia persone in divise mimetiche e pesantemente armate e tra di loro, ha detto Benvie, ci sono molti con esperienza nell’esercito e nella polizia. Sulla loro pagina Facebook ci sono decine di video dei loro interventi sul confine.
La governatrice del New Mexico Michelle Lujan Grisham, del Partito Democratico, ha definito «assolutamente inaccettabile» il fatto che famiglie di migranti possano subire minacce o abusi una volta arrivate negli Stati Uniti; mentre il procuratore generale dello stato ha detto che «queste persone non dovrebbero provare ad esercitare un’autorità riservata alle forze dell’ordine».
Nel video pubblicato su Facebook si vede che i miliziani aspettano con i migranti fino all’arrivo della polizia, che poi si occupa di portarli nei centri di identificazione e detenzione. Benvie ha detto che il suo gruppo si limita a questo e che se qualcuno dei migranti vuole andarsene dopo essere stato fermato dai miliziani è libero di farlo. Un portavoce del Border Patrol non ha voluto commentare il video girato negli ultimi giorni da United Constitutional Patriots, ma ha detto che «non appoggia» le attività di gruppi del genere.
Negli ultimi mesi il numero di persone che entrano negli Stati Uniti attraversando il confine con il Messico è cresciuto moltissimo e solo a marzo si stima che siano arrivate circa 92.000 persone, provenienti da tutto il Sud America. L’arrivo dei migranti sta causando non pochi problemi alle forze di polizia, spesso a corto di uomini, mezzi e strutture, ma anche ai sindaci delle città di confine, che spesso si trovano a dover offrire accoglienza temporanea a centinaia di persone. Molte delle persone che arrivano negli Stati Uniti dal Messico hanno diritto di chiedere asilo politico e non cercano quindi di scappare dalle autorità: di solito si consegnano volontariamente alla polizia di frontiera quando la incontrano.