Il presidente dell’Ecuador dice che Assange provò a usare l’ambasciata ecuadoriana a Londra come «centro di spionaggio»
Il presidente dell’Ecuador, Lenín Moreno, ha spiegato al Guardian le ragioni che hanno spinto il suo governo a revocare l’asilo politico a Julian Assange, 47enne fondatore di Wikileaks arrestato a Londra lo scorso 11 aprile nell’ambasciata dell’Ecuador, dove viveva dal 2012 come rifugiato. Moreno ha detto che Assange violò più volte le condizioni imposte dall’Ecuador per il suo asilo e che provò a usare l’ambasciata ecuadoriana a Londra come «centro di spionaggio». Moreno non ha dato ulteriori dettagli, ma si è limitato a dire che la decisione del suo governo «non è stata arbitraria, ma si è basata sul diritto internazionale».
La decisione di Moreno è stata molto criticata dalle opposizioni dell’Ecuador: l’ex presidente ecuadoriano Rafael Correa ha accusato Moreno di avere compiuto un crimine che non sarà mai dimenticato, e lo ha definito «il più grande traditore della storia ecuadoriana e dell’America Latina».