La misteriosa malattia che sta uccidendo i meli negli Stati Uniti
I frutteti coinvolti aumentano di anno in anno, e i ricercatori non riescono a capire né da cosa sia provocata né come fermarla
Nel 2013, Chris Baugher piantò 7.000 meli della varietà Fuji nei suoi frutteti di Adams County, in Pennsylvania, coltivati dalla sua famiglia dal 1905. Tre anni dopo, quando i meli cominciarono a dare frutti, notò che alcuni alberi avevano le foglie gialle: nel giro di qualche settimana morirono. L’anno dopo, furono molti di più quelli a presentare il problema, che aumentò ulteriormente l’anno dopo: l’anno scorso, 2.000 dei 7.000 meli di Baugher erano morti, ha raccontato l’Economist.
Non è un caso isolato. Da qualche anno, i frutteti di alcune aree degli Stati Uniti sono stati colpiti da un misterioso problema che colpisce principalmente i meli. In North Carolina, ha scritto Science, l’80 per cento dei frutteti ne ha presentato i sintomi. Intere file di alberi muoiono senza che si riesca a capire perché: scienziati e ricercatori da tutti gli Stati Uniti stanno cercando di capire da cosa dipenda la malattia, che è stata osservata per la prima volta nel 2013 e che è stata per ora chiamata “rapid apple decline” (RAD). Il settore delle mele vale circa 4 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, e gli agricoltori sono molto preoccupati.
La prima a studiare il fenomeno fu Kari Peter, una patologa degli alberi da frutto della Penn State University, che lo osservò nel 2013 senza riuscire a ricondurlo a nessuna di quelle che sono normalmente le cause di malattie simili, come muffe, funghi o virus conosciuti. Ad accomunare gli alberi colpiti è la loro giovane età, tra i due e gli otto anni; particolarmente esposti sembrano essere gli alberi da frutta nani, comunemente usati nei frutteti industriali. Sono il risultato di un innesto tra una base, la parte con le radici, e una marza, la parte superiore, dove nascono i frutti: proprio il punto in cui le due parti sono unite sembra essere quello dove si origina la malattia.
In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, alcuni ricercatori hanno ipotizzato che c’entrino le basse temperature e i periodi di siccità a cui sono stati esposti di recente i frutteti nordamericani. Il gelo colpisce in particolare l’innesto, perché è l’ultima parte della pianta a entrare nella fase di dormienza in inverno, ed è quindi esposta più a lungo al freddo. Una squadra di agronomi della Cornell University aveva per questo attribuito la misteriosa malattia a una combinazione di gelo e di successiva siccità: il punto di innesto, gelando e morendo, avrebbe secondo questa ipotesi esposto la pianta a vari agenti patogeni. I ricercatori non riuscirono però a individuare il responsabile materiale della morte delle piante.
La stessa misteriosa malattia, però, è stata osservata anche nella regione canadese della Columbia Britannica nel 2018, dopo una serie di inverni insolitamente caldi e in frutteti irrigati: due condizioni che sembrerebbero quindi escludere la responsabilità del freddo e della siccità, ha spiegato Tom Forge, uno studioso del suolo canadese. Altri ricercatori hanno ipotizzato che c’entri un tipo di innesto particolare, che è sembrato più esposto alla malattia, oppure l’utilizzo di alcuni diserbanti, visto che la malattia sembra verificarsi di più nei frutteti con poche erbacce. Sono però per il momento solo ipotesi.
Ma se le tesi su quali tipi di meli e di frutteti siano più a rischio sono ancora incerte, è ancora meno chiaro quale sia l’agente responsabile della malattia. L’anno scorso un gruppo di ricercatori scrisse sul Virology Journal di aver identificato un particolare virus prima sconosciuto negli alberi morti; il botanico Scott Harper della Washington State University dice di aver fatto una scoperta simile. In entrambi i casi sono in corso esperimenti per verificare se questi virus siano effettivamente dannosi per i giovani alberi da frutto, ma potrebbero volerci degli anni per ottenere risultati definitivi.
Nel frattempo si stanno seguendo varie strade e si stanno verificando varie ipotesi parallele. Sara Villani, patologa vegetale alla North Carolina University, ha per esempio scoperto insieme alla sua squadra di ricercatori che i tronchi degli alberi malati possono essere infestati da coleotteri dell’ambrosia, che scavano dei tunnel che si riempiono di funghi, poi mangiati dalle loro larve. Un fattore importante che gli scienziati stanno tenendo in considerazione è che i frutteti sono oggi molto più fitti di un tempo, e possono arrivare fino a oltre 1.200 alberi per ettaro, contro le poche centinaia di qualche decennio fa. Questo tipo di coltivazioni fa sì che gli alberi debbano competere in modo più aggressivo per le risorse, e che sviluppino radici più superficiali che li rendono più deboli in caso di siccità.