Le Fiandre si visitano in una settimana
Da Bruxelles le cinque città d'arte fiamminghe si raggiungono tutte in meno di un'ora di treno, o quasi
Il New York Times ha un’apprezzata rubrica di articoli di viaggio intitolata 36 hours: propone itinerari culturali, e non solo, per conoscere una città in 36 ore, cioè nel tempo di un weekend lungo. Qualcosa di simile lo fanno anche le più diffuse guide turistiche, come quelle di Lonely Planet, che nei loro primi capitoli elencano selezioni di posti da vedere assolutamente se si fa una vacanza di una settimana, dieci, quindici o venti giorni. Per la maggior parte delle destinazioni, molte scelte corrispondono a una rinuncia: non si può vedere tutto. Ci sono alcuni posti in cui però, avendo una settimana di tempo a disposizione, si può avere la sensazione di non essersi persi nulla. Sia perché sono grandi più o meno quanto il Trentino-Alto Adige, sia perché sono comode per gli spostamenti in treno, le Fiandre, la regione del Belgio in cui non si parla francese, sono uno di questi.
Primo giorno, Bruxelles
Bruxelles è la città da cui cominciare (e dove eventualmente alloggiare per tutta la vacanza) per varie ragioni, anche se tecnicamente non fa parte delle Fiandre: dato che è la capitale del Belgio e per ragioni storiche è diventata francofona, dal punto di vista amministrativo è una regione a sé pur trovandosi all’interno delle Fiandre. Oltre a essere una meta interessante per gli impallinati di istituzioni europee (i più appassionati lettori di Konrad!) è una città piena di gallerie d’arte e musei.
Quest’anno ricorre il 450esimo anniversario della morte di Pieter Bruegel il Vecchio, uno dei più importanti pittori fiamminghi, quindi tra le attrazioni di Bruxelles ci saranno mostre dedicate a lui, dato che passò gran parte della sua vita nella capitale del Belgio. Anzi un buon modo per visitare la città è seguire un percorso tematico dedicato a Bruegel, la “Bruegel walk“. Per quanto riguarda le mostre, i Musei Reali delle belle arti del Belgio hanno collaborato con la piattaforma di Google Arts & Culture e con gli altri musei che conservano opere di Bruegel per un grande progetto: Bruegel – Unseen Masterpieces. Sono state realizzate delle copie digitali in altissima risoluzione delle principali opere di Bruegel e, ai Musei dei Bruxelles, si possono vedere in una serie di schermi interattivi da cui ricavare informazioni. Dal 15 ottobre al 16 febbraio 2020, invece, saranno esposte alcune delle numerose stampe realizzate da Bruegel alla Biblioteca Reale del Belgio, mentre in giro per la città saranno prodotti dei murales ispirati all’artista fino a giugno.
In aggiunta ai Musei Reali i più celebri posti da vedere a Bruxelles sono la piazza principale, il Grote Markt, e l’Atomium, la grande costruzione in acciaio che rappresenta i 9 atomi di una cella unitaria di un reticolo di ferro, e la piazza principale della città. Ci si può entrare per avere una vista dall’alto dal bar retro-futurista dell’ultimo piano e visitare il Plasticarium, un piccolo museo del design d’interno del Novecento, dedicato, come si può immaginare, agli oggetti in plastica.
Un’altra destinazione da prendere in considerazione sono le serre reali del castello di Laeken, nei sobborghi, ma solo se state per andare nelle Fiandre proprio nei prossimi giorni (dal 19 aprile al 10 maggio, quest’anno) dato che sono aperte solo in questo periodo. Costruite tra il 1875 e il 1893 dagli architetti della cosiddetta “art nouveau” Alphonse Balat e Victor Horta, sono molto affascinanti sia come struttura architettonica (enorme) che per il loro patrimonio di specie botaniche tropicali e subtropicali.
Infine, è anche giusto passare a dare un’occhiata al Manneken Pis (in fiammingo, “ragazzino che fa pipì”), la piccola statua considerata il simbolo di Bruxelles, anche se è spesso ai primi posti delle liste sulle attrazioni turistiche più deludenti che si trovano online.
Secondo giorno, Bruges
Dopo Bruxelles si può passare a visitare Bruges, Brugge in fiammingo: delle città d’arte fiamminghe è la più lontana dalla capitale, sceglierla come seconda tappa è un buon modo per organizzare il viaggio. Si trova nell’ovest delle Fiandre ed è una delle destinazioni più note perché dal 2000 il suo centro storico fa parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. È una città tranquilla, attraversata da canali medievali e strade in pavé: l’ideale anche solo per passeggiare, a meno che non siate tipi da sparatorie come il personaggio di Colin Farrell nel film In Bruges.
Tra i posti da visitare della città c’è l’Ospedale di San Giovanni, che viene ancora chiamato così per ricordarsi che fu uno dei primi ospedali d’Europa (fondato nel 1150), ma è un museo dal 1977. Conserva opere dei cosiddetti “primitivi fiamminghi”, cioè i fondatori della scuola di pittura delle Fiandre che si sviluppò in contemporanea al Rinascimento italiano, e quelle di Hans Memling, il più noto artista vissuto a Bruges, tedesco di origine. Tra queste il Trittico del Matrimonio mistico di santa Caterina, commissionato dai due frati e dalle due suore che presiedevano l’Ospedale.
Per chi ha voglia di qualcosa di meno impegnativo invece c’è il Museo delle patatine fritte.
Terzo giorno, Gent
Più a est, Gent è la città ideale per chi tra i pittori fiamminghi preferisce Jan van Eyck, autore del celebre Ritratto dei coniugi Arnolfini conservato alla National Gallery di Londra. A Gent infatti c’è la cattedrale di San Bavone dove si trova il Polittico dell’Agnello Mistico, una grande pala d’altare considerata il capolavoro di van Eyck: è composta da 12 pannelli e quando viene completamente aperta misura quasi 4 metri di lunghezza. Si potrà vedere di nuovo completo a partire dal 2020, quando sarà terminato il restauro cominciato nel 2012, ma i pannelli restaurati per primi sono già esposti. Dal 1 febbraio al 30 aprile dell’anno prossimo al Museo di belle arti di Gent ci sarà una grande mostra su van Eyck in cui si potranno vedere gli ultimi pannelli restaurati del Polittico e gran parte delle altre opere del pittore che ci sono rimaste.
Un’altra cosa da vedere a Gent sono il Castello dei conti di Fiandra, costruito intorno al 1180 e circondato da un bel fossato come tutti i castelli preferiti dai bambini. La città ha comunque anche strutture architettoniche molto più recenti, come il De Krook, inaugurato nel 2017, che contiene una biblioteca e dei laboratori universitari, e lo Stadshal, una struttura aperta costruita per ospitare mercati e concerti, terminata nel 2012.
Per chi vuole visitare Gent d’estate, la cosa migliore è farlo in occasione dei festival estivi in cui la città e i suoi canali sono pieni di luce. Dal 19 al 28 luglio ci sono le Feste di Gent, con spettacoli di tutti i generi, e il 14 settembre l’OdeGand: che raccoglierà 60 concerti diversi, all’aperto e no, di musicisti da tutto il mondo.
Quarto giorno, Anversa
Con un’ora di treno da Gent si arriva ad Anversa, la più grande delle città fiamminghe. Storicamente è stata famosa soprattutto per il commercio dei diamanti, e se vi interessano pietre e gioielli potete visitare il museo DIVA, ma è una città interessante per una visita turistica anche per altre ragioni. Ad esempio, se apprezzate l’architettura contemporanea: nel 2016 infatti è stata inaugurata ad Anversa l’ultima costruzione progettata dalla grande architetta Zaha Hadid, la sede dell’Autorità portuale. È una struttura fatta in gran parte di vetro che come una vela si alza sul tetto di una ex caserma dei pompieri costruita cent’anni fa.
Un altro esempio di architettura contemporanea della città è il Museum aan de Stroom (MAAS), un grande edificio ricoperto di pietra arenaria rossa che si trova lungo il corso del fiume Schelda. Inaugurato nel 2011, ospita 470mila oggetti che raccontano la storia della città. Chi poi apprezza le soluzioni architettoniche che prevedono la presenza di piante, può visitare il tetto del PAKT, un edificio che ospita spazi di coworking e imprenditori creativi di vario genere.
Anversa comunque è la città del pittore Pieter Paul Rubens, che visse tra il 1577 e il 1640 e insieme a Bruegel il Vecchio e van Eyck è considerato il principale dei “maestri fiamminghi”. Ad Anversa c’è la Rubenshuis, la casa di Rubens poi trasformata in museo: il pittore la comprò nel 1608, dopo aver passato otto anni in Italia, e la ridisegnò completamente ispirandosi all’architettura romana e a quella dei palazzi del Rinascimento italiano. La allargò per ospitare il proprio studio, oltre che un giardino, un portico e un padiglione per l’esposizione di sculture. All’interno sono conservate alcune opere di Rubens (altre si possono vedere nella cattedrale di Nostra Signora e nella chiesa di San Paolo) e quelle di alcuni suoi allievi, tra cui Antoon van Dyck.
Quinto giorno, Mechelen
Prima di tornare verso Bruxelles, da Anversa si può passare a Mechelen: meno nota delle precedenti, è comunque una città che ebbe un ruolo importante nella storia delle Fiandre. Dal 1474 infatti fu la sede del Gran Consiglio di Mechelen, la corte suprema dei Paesi Bassi borgognoni (cioè la serie di feudi che si avvicendarono nelle Fiandre tra il 1384 ed il 1482), e poi durante il governo dei Paesi Bassi di Margherita d’Asburgo, zia dell’imperatore Carlo V (1506-1530), fu la capitale della regione. Tra le cose che si possono vedere nella città ci sono l’Hof van Busleyden, un palazzo dell’epoca trasformato in museo civico, e la residenza di Margherita d’Asburgo, che ospita il palazzo di giustizia.
Sesto giorno, Lovanio
Lovanio, Leuven in fiammingo, è il capoluogo della provincia del Brabante Fiammingo e si trova a circa 30 chilometri da Bruxelles. È una città universitaria fin dal 1425: la sua università è la più antica della regione. È nota anche per essere la sede storica della birra Artois, produttrice della Stella Artois: lo stabilimento che si trova in città si può visitare.
Per quanto riguarda la storia artistica di Lovanio, il suo artista più importante è stato Dieric Bouts (1415 circa – 1475), che anche se nato ad Haarlem, negli attuali Paesi Bassi, visse nella città fiamminga per quasi tutta la vita. Una delle sue opere più importanti si trova tuttora lì: L’ultima cena, all’interno della Collegiata di San Pietro, una chiesa nel centro della città. Vi si può vedere anche il Trittico di Sant’Erasmo, un’altra sua opera.
Vista anche Lovanio, il settimo giorno della vacanza si può tornare a Bruxelles per vedere quello che non si era riusciti a vedere il primo giorno e approfittare dell’abbondanza di birra e cioccolato per cui il Belgio è famoso, prima di ripartire.
Questo articolo fa parte di un progetto sponsorizzato da VISITFLANDERS – Ente del Turismo delle Fiandre.