Il colpo di stato in Sudan
L'esercito ha annunciato l'arresto del presidente Omar al Bashir, al potere da più di trent'anni: decine di migliaia di persone stanno festeggiando nella capitale Khartoum
Il ministro della Difesa sudanese ha annunciato in diretta televisiva l’arresto di Omar al Bashir, presidente del paese da più di trent’anni. Il colpo di stato è stato realizzato dall’esercito, che ha scaricato Bashir dopo settimane di proteste antigovernative. Giovedì decine di migliaia di persone si sono riunite a Khartoum, la capitale del Sudan, per festeggiare la fine del regime. L’esercito ha annunciato la formazione di un consiglio militare di transizione che starà in carica due anni, alla fine dei quali ci saranno nuove elezioni; ha inoltre confermato la liberazione di tutti i prigionieri politici – notizia che era circolata molto in mattinata –, la sospensione della Costituzione approvata nel 2005, l’imposizione dello stato di emergenza per i prossimi tre mesi e un coprifuoco giornaliero dalle 10 alle 16. Lo spazio aereo è stato chiuso, così come tutti i punti di entrata del paese.
Le voci di un possibile colpo di stato circolavano già da questa mattina, ma finora non c’era nulla di confermato, anche a causa dei pochissimi giornalisti presenti nel paese. Si sapeva che veicoli militari erano entrati nel complesso dove si trovano la residenza del presidente Bashir e del ministero della Difesa. Poco dopo, le trasmissioni radiofoniche erano state interrotte.
Le proteste contro Bashir erano iniziate a fine dicembre nella città di El Gadarif e, dopo che le forze di sicurezza le avevano represse con estrema violenza, si erano allargate ad altre città, arrivando anche a Khartoum. Inizialmente le manifestazioni riguardavano la cancellazione di un sussidio per comprare il pane e il caro vita, ma sono poi diventate proteste contro Bashir, che era al potere da più di 30 anni ed era accusato di corruzione e violenze.
Da allora c’erano state proteste e manifestazioni a più riprese e le ultime erano iniziate venerdì a Khartoum, quando migliaia di persone avevano partecipato a un sit-in davanti al quartier generale dell’esercito. Da quel momento, decine di migliaia di persone avevano preso parte a cortei e manifestazioni e c’erano stati violenti scontri con le forze di sicurezza controllate direttamente da Bashir. Negli ultimi giorni, diversi testimoni avevano però raccontato che in più occasioni l’esercito aveva difeso i manifestanti dalle forze di sicurezza legate a Bashir, come se l’esercito avesse deciso di togliere il suo sostegno al governo.