Rapida guida per ciclisti su pietre
Come affrontare il pavé in salita senza timore
Nelle Fiandre, il ciclismo è lo sport più seguito e la bicicletta un attrezzo molto apprezzato. Agonismo a parte, le Fiandre hanno tante, belle e comode piste ciclabili, così come molte regioni del nord Europa. Ma pedalare nelle Fiandre senza provare i muri della Ronde Van Vlaanderen è come tornare da Parigi senza aver visto la Tour Eiffel: la regione è infatti famosa per la corsa ciclistica che l’attraversa e che passa da brevi e ripide salite fatte di pavé anziché d’asfalto. Le strade di pietre si chiamano “steenweg” e i cubetti che li compongono “kasseien”: sono fatti da rocce magmatiche, porfido o granito, e sono l’eredità di un passato contadino in cui le automobili e i soldi erano pochi e l’asfalto superfluo.
Qualche consiglio, quindi, per cicloamatori o cicloturisti che dovessero trovarsi a pedalare sulle ripide strade di pietra delle Fiandre. I ciclisti professionisti spiegano che sui muri delle Fiandre è necessario lasciare che la bicicletta galleggi, far sì che – nei limiti del possibile – siano le ruote stesse a trovare il modo di passare da una all’altra delle tante pietre sconnesse che riempiono la carreggiata. L’istinto è di stringere forte il manubrio, ma non lo si deve fare troppo, altrimenti si finisce per disperdere l’energia necessaria per far andare le ruote dove non vogliono. In altre parole, bisogna far sì che l’energia trasmessa alla bicicletta pedalando venga il più possibile scaricata a terra e non rimandata indietro dalle pietre. Facile da scrivere, difficile da fare; specialmente se la bicicletta o la preparazione atletica non sono delle migliori. Ma è comunque un’esperienza da provare; tanto poi torna la pianura e nelle Fiandre si è sempre più o meno vicini a una buona birra da bersi come ricompensa.