Ma quindi Rousseau è sicuro?
Secondo il Garante della privacy il sistema di voto del M5S è manipolabile: Davide Casaleggio ha detto che è un attacco politico mentre Di Maio ha annunciato che il Garante sarà sostituito
«Mi sembra chiaro che fosse un attacco politico». Secondo Davide Casaleggio, presidente dell’Associazione Rousseau e uno dei più importanti dirigenti del Movimento 5 Stelle, la multa da 50 mila euro ricevuta dal garante della privacy per i problemi di Rousseau, la piattaforma internet utilizzata per le votazioni interne al Movimento, è illegittima e frutto dell’intento persecutorio dell’attuale garante, Antonello Soro, ex parlamentare del Partito Democratico. Tra le accuse mosse dal garante la più grave è la facilità con cui possono essere manipolati i voti sulla piattaforma, la cui regolarità dipenderebbe «dalla correttezza personale e deontologica» di chi si occupa della gestione tecnica del portale.
La multa è arrivata la scorsa settimana, dopo un’indagine durata parecchi mesi. Da tempo il garante della privacy sorveglia la piattaforma Rousseau e negli anni ha già messo in guardia più di una volta sui limiti, i problemi e le falle del sistema. In passato, per esempio, aveva scoperto che il voto sulla piattaforma non era segreto e che i gestori potevano risalire alle preferenze espresse dagli utenti. La multa di 50mila euro si aggiunge a una di 32mila euro che il Garante aveva già emesso nel marzo 2018.
L’ultima indagine del garante serviva a verificare se le raccomandazioni fatte all’Associazione erano state o meno implementate. Secondo il garante bisogna prendere atto del «progressivo adeguamento e miglioramento delle misure di sicurezza adottate al fine di rafforzare la resilienza della piattaforma» che però, nonostante i miglioramenti, continua a non avere «le proprietà richieste a un sistema di e-voting», cioè di votazione online, e non garantisce «la protezione delle schede elettroniche e l’anonimato dei votanti in tutte le fasi del procedimento elettorale elettronico» (il provvedimento si trova qui). L’istruttoria è stata pubblicata il 4 aprile ma la notizia era stata anticipata dal Foglio il giorno prima. Il direttore, Claudio Cerasa, ha riassunto così le accuse del Garante:
Primo: la conservazione delle password degli utenti della piattaforma Rousseau non è stata resa effettivamente robusta. Secondo: allo stato attuale esistono una serie di personalità all’interno del M5s e di Rousseau dotate di strumenti per accedere alle funzionalità delle piattaforme con cui vengono erogati i servizi della democrazia diretta grillina che possono operare senza lasciare traccia e senza essere soggette a verifiche. Terzo: all’interno della piattaforma grillina esistono delle carenze tali da esporre il sistema a potenziali rischi di violazione dei dati personali.
Secondo un articolo di Paola Zanca, pubblicato sul Fatto nei giorni successivi, l’istruttoria del garante «distrugge la credibilità del sistema di voto del Moviemento 5 Stelle», o almeno di quello in uso fino a poco tempo fa. La multa nei confronti della piattaforma Rousseau, infatti, fa riferimento a un «accertamento ispettivo» fatto il 12 e 13 novembre 2018. Il sistema sotto accusa è quindi quello utilizzato fino al voto online sul caso Diciotti. Le votazioni terminate la scorsa settimana per la scelta dei candidati alle elezioni europee sono state fatte utilizzando un nuovo sistema, migliore e più sicuro secondo i rappresentanti dell’Associazione Rousseau, che sarà valutato dal Garante nei prossimi mesi.
La reazione del Movimento alla multa è stata dura e si è fatta ancora più critica con il passare dei giorni. Dopo un primo post sul Blog delle Stelle, in cui l’Associazione sosteneva di aver adottato tutte le richieste del garante e di aver creato una piattaforma con «tecnologie allo stato dell’arte mondiale», Casaleggio è intervenuto personalmente durante Sum#3, l’evento organizzato ogni anno a Ivrea dalla sua società, la Casaleggio Associati, accusando il presidente Antonello Soro di aver compiuto un attacco politico. Casaleggio ha anche criticato il Garante per la fuga di notizie che ha fatto sì che i giornali parlassero delle sanzioni ancora prima che l’Associazione Rousseau ne ricevesse comunicazione.
Il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio ha ripetuto le accuse, sottolinenando la provenienza politica di Soro e annunciando che, essendo il mandato di Soro in scadenza, il governo lo sostituirà con qualcuno «al di là di ogni sospetto» di affiliazione politica. Contemporaneamente quasi tutti i giornali hanno indicato Marco Bellezza come più probabile candidato del Movimento all’incarico di presidente Garante. Bellezza, 38 anni, è un avvocato che ha seguito per diversi anni gli interessi di Facebook in varie occasioni (i quotidiani indicano la direttiva europea sul copyright e alcuni episodi di diffamazione pornografica) ed oggi è un consulente di Di Maio al ministero per lo Sviluppo Economico.