L’impatto del nuovo stadio del Tottenham
È un impianto magnifico ma gli abitanti temono che il quartiere diventi a uso della squadra di calcio, e non viceversa come era stato per 118 anni col vecchio White Hart Lane
Il nuovo stadio londinese della squadra di calcio del Tottenham è stato inaugurato ufficialmente mercoledì sera con la partita di Premier League vinta contro il Crystal Palace. Dopo la demolizione del vecchio White Hart Lane, circa due anni di lavori e qualche mese di ritardo, il Tottenham si è quindi insediato definitivamente nel nuovissimo impianto grazie al quale ambisce a colmare definitivamente la distanza che lo separa dagli altri grandi club inglesi.
Il nuovo White Hart Lane è diventato il secondo stadio più capiente di Londra, il terzo a superare i 60.000 posti e il quattordicesimo in uso da un club professionistico all’interno della sola area urbana della città. È stato costruito esattamente nell’area in cui sorgeva il vecchio impianto, nel quartiere settentrionale della città da cui prende il nome la squadra. Nei periodi di lavori più intensi hanno partecipato alla sua costruzione circa 3.000 operai al giorno. La sua tribuna sud, presa singolarmente, è la più grande del Regno Unito con 17.500 posti a sedere.
L’impianto non è solo un semplice stadio di calcio. Il proprietario, l’investitore inglese Daniel Levy, crede che stabilirà un nuovo standard internazionale per la costruzione di grandi impianti sportivi. L’intera opera è costata oltre 850 milioni di sterline e comprende più di 500 unità residenziali, un albergo da circa 180 stanze, un centro medico d’eccellenza ospitato all’interno, il centro sportivo della squadra, gli uffici del club e le attività commerciali accessibili ai visitatori anche durante la settimana. All’interno del nuovo White Hart Lane i visitatori potranno pagare in qualsiasi modo tranne che con i contanti, cosa che secondo il club aumenterà l’efficienza dei servizi e i livelli igienici della struttura.
Lo stadio sarà inoltre la sede londinese delle partite estere del football americano. Il campo in erba artificiale che verrà usato per le partite di NFL è stato infatti installato su un piano inferiore: il prato in erba per le partite di calcio, invece, è mobile ed è composto da tre diversi sezioni. Di volta in volta andrà a posizionarsi sopra quello sintetico. Il Tottenham ha inoltre stretto un accordo con la squadra di rugby londinese dei Saracens – una delle più forti e seguite d’Europa – che verrà ospitata nel nuovo stadio una volta all’anno per le prossime cinque stagioni.
Un’opera così ambiziosa finirà inevitabilmente per trasformare la zona di Londra da cui prende il nome la squadra, a maggior ragione viste le sue connotazioni attuali. Tottenham è infatti il quartiere settentrionale dove nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2011 le proteste contro l’uccisione di Mark Duggan da parte della polizia diedero inizio ai cosiddetti “riots” di Londra. Ancora oggi è uno dei quartieri più popolari della capitale inglese, nonché fra quelli con il maggior tasso di disoccupazione e criminalità, e ha una lunga storia di tensioni e scontri con la polizia.
Ci abitano decine di gruppi etnici diversi. I più numerosi sono gli afro-caraibici, i primi che vi si insediarono dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Dagli anni Ottanta in poi, a loro si sono aggiunti progressivamente colombiani, albanesi, curdi, ciprioti, turchi e irlandesi, al punto che oggi South Tottenham – una delle aree in cui è diviso il quartiere – è considerato il centro più multiculturale d’Europa.
Secondo i piani della proprietà del Tottenham e del consiglio municipale che ha approvato e seguito i lavori di costruzione, il nuovo White Hart Lane dovrebbe generare col tempo una spinta per lo sviluppo di tutto il quartiere, a cominciare dagli attesi interventi di rinnovamento. I residenti però temono la gentrificazione e i conseguenti cambiamenti nel tessuto sociale ed economico del quartiere. I piccoli commercianti, invece, temono la progressiva riduzione dei loro affari.
Attorno al nuovo White Hart Lane ci sono infatti soprattutto piccole attività commerciali, il cui futuro ora è incerto. Il vecchio impianto era in grado di ospitare circa 35.000 persone, perlopiù gente del posto e tifosi di vecchia data. Quello nuovo ha una capienza raddoppiata e attività commerciali annesse aperte tutti i giorni che attireranno nuovi visitatori. Non si conosce ancora l’impatto che avrà sulle attività esistenti la presenza settimanale di oltre 60.000 persone, ma come riportato in un recente articolo del New York Times, diversi esercenti stanno già pensando a dove potersi trasferire per restare in linea con le loro spese attuali.
In questi mesi il Tottenham si è impegnato a compensare i disagi creati dai lavori e dalla nuova imponente struttura offrendo alcune piccole opere di ristrutturazione ai commercianti locali, ma la questione è ancora aperta, almeno fino a quando non si vedranno le prime vere conseguenze sul quartiere. Il timore fra gli abitanti di Tottenham è che il quartiere sia diventato ad uso della squadra di calcio, e non viceversa come era stato nei 118 anni del vecchio White Hart Lane.