Cos’è successo durante Cagliari-Juventus
Il pubblico ha rivolto insulti razzisti ai giocatori neri della Juventus, prima e dopo l'esultanza provocatoria di Moise Kean, ma arbitro e assistenti non hanno segnalato nulla
Nei minuti finali di Cagliari-Juventus, anticipo della trentesima giornata di Serie A disputato martedì sera, i giocatori della Juventus hanno protestato in campo per gli insulti razzisti di alcuni tifosi cagliaritani nei loro confronti. In una partita già tesa e molto sentita dal pubblico di casa, la situazione è precipitata dopo il secondo gol della Juventus, segnato a cinque minuti dal termine da Moise Kean, il quale ha esultato allargando le braccia proprio di fronte al settore della tifoseria organizzata cagliaritana dal quale provenivano i cori e i versi da scimmia.
L’esultanza di Kean ha provocato piccoli disordini sugli spalti e anche in campo fra i giocatori. Il centrocampista juventino Blaise Matuidi ha contestato il pubblico per gli “ululati” e gli insulti razzisti successivi al gol di Kean, ricevendone a sua volta. A quel punto il centrocampista del Cagliari Luca Cigarini ha chiesto al pubblico di smetterla.
La partita si è conclusa con parte del pubblico della Sardegna Arena che ha continuato a fischiare e insultare i giocatori neri della Juventus – Kean, Matuidi e Alex Sandro – fino al fischio finale. L’arbitro e i suoi assistenti, tuttavia, non hanno segnalato i cori razzisti, probabilmente perché isolati e coperti da fischi e altre urla. Gli insulti razzisti del pubblico si sono però sentiti da registrazioni e riprese di microfoni all’interno dello stadio.
In una federazione seria in tutti gli stadi dovrebbero esserci telecamere come allo Stadium e le società dovrebbero individuare e CACCIARE a vita gente come quel coglione che mima la scimmia.
Così Giulini del @CagliariCalcio non assisterà più alle "sceneggiate di Matuidi" pic.twitter.com/liv6xo0wBz— SandroSca (@SandroSca) April 2, 2019
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Non è la prima volta che il pubblico del Cagliari viene accusato e sanzionato per comportamenti simili. Due anni fa, durante Cagliari-Pescara, il calciatore ghanese Sulley Muntari uscì dal campo dopo aver litigato con l’arbitro e con alcuni tifosi che gli avevano rivolto insulti razzisti. Lo stesso era capitato nel 2010 all’allora attaccante camerunense dell’Inter Samuel Eto’o e nel 2009 al centrocampista maliano della Juventus Mohamed Sissoko. L’anno scorso Blaise Matuidi, lo stesso giocatore insultato martedì sera, aveva denunciato all’arbitro di aver ricevuto insulti razzisti, peraltro dopo essersi fermato in campo a osservare perplesso il pubblico cagliaritano. L’arbitro, tuttavia, aveva ritenuto che non ci fossero le condizioni per sospendere l’incontro come previsto dal regolamento.
Al termine della partita il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, ha parlato in diretta a Sky a proposito dei disordini successivo al gol di Kean, dicendo: «Evitiamo moralismi [affermazione da cui poi è nata una discussione con Daniele Adani, opinionista di Sky]. Se quell’esultanza l’avesse fatta Bernardeschi la reazione del pubblico sarebbe stata la stessa. Kean ha sbagliato, come del resto hanno detto anche i giocatori della Juve, ma è giovane e lo perdoniamo. Io ho sentito soprattutto fischi e non ululati in realtà. Se ci sono stati cori razzisti vanno condannati, ovviamente». Anche il difensore della Juventus Leonardo Bonucci non ha parlato di cori razzisti ma dell’esultanza del compagno di squadra: «Kean sa che quando si fa gol deve solo pensare a esultare con la squadra, abbracciarsi tutti insieme. È stato un episodio e sa anche lui che poteva fare qualcosa di diverso».
Soltanto pochi mesi fa, dopo i fatti accaduti durante Inter-Napoli che avevano provocato la squalifica per due turni dello stadio Meazza e una multa all’Inter per i cori razzisti e denigratori dei suoi tifosi, la FIGC aveva deciso di ridurre le procedure di sospensione delle partite in caso di cori razzisti e discriminatori. Ora è previsto che le squadre lascino il campo alla seconda interruzione decisa dall’arbitro, per rientrare solo su decisione favorevole del responsabile per l’ordine pubblico. A Cagliari però l’arbitro non ha né interrotto l’incontro né segnalato insulti razzisti nel referto di gara. Questo tuttavia non impedirà al giudice sportivo di valutare il caso ed eventualmente stabilire sanzioni per tifosi e società.