Ovviamente c’è chi sta provando a fare surf su una tavola di ghiaccio
Un gruppo di surfisti alle isole Lofoten sta facendo esperimenti da diverso tempo, e Olivier Morin era lì a fotografarli
Il fotografo di AFP Olivier Morin fotografa da cinque anni surfisti nel circolo polare artico, ma non gli era capitato spesso di trovare surfisti che avessero costruito e usassero tavole da surf di ghiaccio. A febbraio ha seguito i tentativi di un gruppo di ragazzi che si sono impegnati con questo obiettivo nelle isole Lofoten, in Norvegia, e ne ha scritto di recente sul blog dei corrispondenti di AFP.
Il gruppo di surfisti vorrebbe fare un documentario su questa esperienza e per finanziarlo ha lanciato una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma Indiegogo. Come spiegato sia da Morin (che è stato con loro tra la terza e la quarta settimana di febbraio) che dai surfisti, il primo tentativo per costruire la tavola è consistito nel provare a tagliare blocchi di ghiaccio naturale, ma non ha funzionato, perché il ghiaccio si scioglieva troppo velocemente. I surfisti hanno allora realizzato degli stampi e li hanno riempiti di acqua fredda con alcune decorazioni (ad esempio una testa di merluzzo), per poi farla congelare per due giorni in una stanza a meno 25 gradi.
Soddisfatti del risultato, per quattro giorni hanno provato ad utilizzare la tavola in acqua, operazione che ha richiesto diverse cautele, a partire dalla necessità di più persone per sollevare e spingere in mare la lastra di ghiaccio (che pesa circa 60-70chili) e più attenzione del solito. Nei primi esperimenti, i surfisti hanno scoperto che la loro tavola di ghiaccio ha una resistenza di più o meno 30 minuti nell’oceano, dove l’acqua ha una temperatura di circa 3 gradi Celsius, e per cinque minuti mantiene una forma ottimale per fare surf.
Dopo gli esperimenti di febbraio, a breve il gruppo di surfisti ci proverà di nuovo: hanno calcolato che per riuscire a impratichirsi e stare in piedi sulla tavola di ghiaccio serviranno 20-30 tavole pronte, una squadra che aiuti a portarle in acqua e condizioni ottimali delle onde. Vorrebbero farne un documentario con la speranza che venga diffuso sulla tv norvegese e in festival internazionali.