New Orleans chiederà scusa per il linciaggio di 11 immigrati italiani nel 1891
È considerato il più grave della storia degli Stati Uniti
Il 12 aprile il comune di New Orleans, negli Stati Uniti, chiederà scusa per il linciaggio di 11 immigrati di origine italiana avvenuto nel 1891, il più grave linciaggio conosciuto nella storia degli Stati Uniti. Nel 1890 il capo della polizia della città, David Hennessy, fu ucciso e la polizia arrestò centinaia membri della comunità di immigrati italiani accusandoli dell’omicidio. Qualche mese dopo, il 13 marzo 1891, un processo stabilì l’innocenza di quasi tutti gli imputati (per tre di loro la giuria non riuscì a stabilire un verdetto) ma la sentenza fu accolta con grande rabbia da una parte della popolazione di New Orleans: il giorno dopo circa 3.000 persone si radunarono a Canal Street e la folla inseguì gli uomini rilasciati. Nove morirono per colpi di arma da fuoco; due furono impiccati. Tra gli uomini linciati, otto erano cittadini americani di origine italiana, tre italiani.
A chiedere scusa per il linciaggio del 1891 a nome di New Orleans, in un centro culturale italo-americano, sarà la sindaca della città LaToya Cantrell. A chiedere le scuse era stata la comunità italo-americana locale, principalmente per far conoscere la storia dell’immigrazione italiana alle nuove generazioni.
Nella seconda metà dell’Ottocento circa 10 milioni di italiani emigrarono verso gli Stati Uniti da tutte le regioni d’Italia; in particolare a New Orleans arrivarono moltissimi siciliani, grazie a una rotta navale che la collegava con Palermo, tanto che un quartiere della città che venne soprannominato “Little Palermo”. In Louisiana gli immigrati italiani svolgevano i lavori più umili, tra cui quelli che prima della Guerra civile (1861-1865) erano svolti dagli schiavi di origine africana, e sui giornali erano oggetto di articoli e vignette razziste. Anche se il linciaggio del 1891 è il maggiore di cui è stata tenuta traccia nella storia degli Stati Uniti, non è detto che lo sia stato davvero: quando le violenze razziste erano rivolte verso afroamericani, nativi americani o immigrati cinesi, i giornali non ne parlavano.