Perché caleranno le bollette di gas e luce
Del 10 per cento circa: perché e i dettagli
Dal primo aprile le bollette di luce e gas si ridurranno del 10 per cento circa. Lo ha fatto sapere Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, spiegando che «le riduzioni sono prevalentemente legate alla contrazione dei prezzi delle materie prime nei mercati all’ingrosso dell’energia, nazionali ed internazionali».
Arera ha precisato che il calo delle bollette dell’elettricità sarà dell’8,5 per cento e che quello del gas sarà del 9,9 per cento. I dati sono stati calcolati sulla “famiglia tipo”, che ha consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW; per il gas i consumi sono di 1.400 metri cubi annui. Gli effetti concreti: al lordo delle tasse e nell’anno scorrevole, cioè compreso tra il primo luglio 2018 e il 30 giugno 2019, per l’elettricità la spesa per la famiglia-tipo sarà di 565 euro; nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta del gas sarà di circa 1.157 euro. L’Unione Consumatori ha spiegato che il calo delle bollette si tradurrà in un risparmio di 168 euro annui: 50 per la luce, 118 per il gas. Ma, dice Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Consumatori, va comunque calcolato che «il calo del prezzo del riscaldamento è un risparmio solo teorico, visto che dal 15 aprile i caloriferi saranno spenti in quasi tutta Italia».
I motivi della riduzione dell’energia elettrica sono dovuti a un calo della spesa per l’energia (-12,2 per cento), che deriva a sua volta da una riduzione del prezzo di acquisto dell’elettricità rispetto alle stime utilizzate dall’Arera nel precedente aggiornamento tariffario (l’Arera fissa e aggiorna il “prezzo energia” ogni tre mesi tenendo conto di quanto viene speso per gli approvvigionamenti sul mercato all’ingrosso e delle stime su quanto prevede di spendere nei mesi successivi). Il calo effettivo in bolletta, però, non sarà del 12,2 per cento ma inferiore, perché sono aumentati gli oneri di sistema, altra voce che compone la bolletta: gli oneri generali di sistema, imposti dalla legge, prevedono sussidi di vario genere, tra cui incentivi alle rinnovabili, promozione dell’efficienza energetica, messa in sicurezza del nucleare e sussidio alle Ferrovie dello Stato.
Per quanto riguarda il gas naturale, la variazione complessiva della spesa è legata soprattutto alla diminuzione della componente CMEM, che corrisponde al costo previsto per l’acquisto del gas che verrà poi rivenduto ai clienti. Questa diminuzione riflette il calo delle quotazioni all’ingrosso nei mercati sia in Italia che in Europa.
Le associazioni dei consumatori hanno riconosciuto la buona notizia della riduzione delle bollette, ma giudicano ancora insufficiente il calo: un po’ per i precedenti incrementi delle tariffe e un po’, come dice Federconsumatori, per «l’aumento della spesa per gli oneri di sistema del 3,72 per cento che invece di diminuire come ripetutamente abbiamo richiesto, aumenteranno nuovamente». Per Federconsumatori, infatti, gli oneri di sistema sono «una vera e propria tassa occulta attraverso la quale gli utenti continuano a sostenere i costi per gli incentivi alle fonti energetiche rinnovabili, alle agevolazioni dirette alle imprese energivore, per lo smantellamento delle centrali nucleari e per le tariffe speciali a favore delle ferrovie».
Commentando le riduzioni, il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha parlato di «un segnale importante per le famiglie italiane che incoraggia verso scelte di politica energetica che fanno bene all’ambiente e non danneggiano il portafoglio». Dando la notizia dei cali in bolletta e della reazione di Di Maio, oggi Repubblica ha pubblicato in prima pagina il titolo “La bolletta elettorale”. E nell’articolo che lo accompagna si sostiene che la diminuzione delle tariffe sia un «regalo» fatto al governo «dall’Autorità per l’Energia (il cui presidente, Stefano Besseghini, è stato scelto da questa maggioranza)».
Su questo è intervenuto su Twitter Carlo Stagnaro, direttore dell’Osservatorio sull’economia digitale dell’Istituto Bruno Leoni e a capo della segreteria tecnica della ex ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi, durante il governo Renzi. A quel tempo, Stagnaro si era occupato, tra l’altro, del decreto “taglia bollette”. Per Stagnaro l’attacco di Repubblica è «scorretto per almeno due ragioni». Perché Arera «non ha agito per compiacere» il governo, ma «ha solo svolto correttamente il suo lavoro (nel rispetto di quanto previsto dalle leggi e dalla disciplina di settore)» (i motivi della riduzione, dice, sono di natura tecnica) e perché Repubblica «tratta Arera come se fosse il braccio operativo del ministero dello Sviluppo economico. Ma l’Autorità è un organismo indipendente, la cui autonomia deriva dalle direttive europee e che deve al Parlamento, non al Governo, la sua legittimazione». Il presidente di Arera Stefano Besseghini e gli altri membri del collegio, ricorda infine Stagnaro, hanno ricevuto il via libera bipartisan per la nomina «dai due terzi delle Commissioni parlamentari competenti, non dal governo».
L’attacco di @repubblica, quindi, non solo appare come la strumentalizzazione di una decisione tecnica, ma mina – quanto meno nella percezione – l’autorevolezza dell’@arera_it. Si tratta di un fatto grave: la delegittimazione delle istituzioni ha sempre un prezzo 13/n
— Carlo Stagnaro 🏴🇺🇦 (@CarloStagnaro) March 27, 2019