Dorothea Wierer ha fatto una cosa mai vista
Nessun italiano prima di lei era mai riuscito a superare gli atleti nordici e vincere una Coppa del Mondo generale di biathlon
Con il dodicesimo posto ottenuto domenica nella prova di mass-start a Holmenkollen, in Norvegia, l’italiana Dorothea Wierer ha vinto la Coppa del Mondo generale di biathlon, una settimana dopo aver vinto la stessa prova ai Mondiali svedesi di Ostersund. Finora nessun atleta italiano aveva mai vinto la classifica generale della Coppa del Mondo di biathlon. In passato, poi, solo altri quattordici erano riusciti a vincere una Coppa del Mondo generale (cioè la classifica che comprende i risultati di tutte le varie discipline) negli sport invernali, dallo sci allo slittino. A rendere ancora più speciale l’ultima stagione del biathlon italiano si è aggiunto anche il secondo posto di un’altra atleta della nazionale, Lisa Vittozzi.
Il biathlon è uno sport invernale che richiama le antiche abitudini delle popolazioni nordiche. Abbina lo sci di fondo su percorsi di lunghezza variabile al tiro a segno con carabina a vista da cinquanta metri, a terra o in piedi, con bersaglio grande dai quattro agli undici centimetri a seconda della postazione. Gli atleti devono andare il più veloce possibile sugli sci e poi sparare senza mancare i piccoli bersagli al poligono. Se si sbaglia un colpo si prende una penalità, che consiste in più strada da fare sugli sci.
È una disciplina che richiede una preparazione fisica completa. Le postazioni di tiro arrivano dopo i tratti sugli sci: si spara quindi con una frequenza cardiaca accelerata che deve essere gestita per non sbagliare. In Italia si pratica esclusivamente nelle località alpine e da un numero ristretto di atleti: per l’ultima stagione sportiva i professionisti italiani sono stati undici, sei uomini e cinque donne.
I numeri del biathlon italiano spiegano le poche vittorie – seppur prestigiose – degli atleti italiani nell’ultimo mezzo secolo, i quali devono competere contro atleti di nazioni in cui il biathlon è fra gli sport più praticati e dove si contano decine di professionisti in più. In Germania e Russia, per esempio, gli eventi di biathlon attirano migliaia di persone. Le gare vengono ospitate talvolta all’interno degli stadi da calcio, per esempio la Veltins Arena di Gelsenkirchen, l’impianto polivalente dello Schalke 04 che a dicembre si riempie in tutti i suoi 62.200 posti per il World Team Challenge.
Wierer, prima vincitrice italiana della Coppa del Mondo, ha 28 anni, è nata a Brunico ed è cresciuta ad Anterselva, comune della provincia autonoma di Bolzano, sede della tappa italiana della Coppa del Mondo di biathlon. Ad Anterselva il biathlon è infatti uno degli sport più praticati. Wierer si avvicinò alla disciplina per via dei due fratelli più grandi e nel 2010, a dieci anni, iniziò a praticarlo sempre più intensamente. Nel 2006 entrò a far parte della Nazionale juniores, dove fu la prima italiana a vincere una medaglia d’oro ai Mondiali di categoria. Esordì in Coppa del Mondo nel 2009 e nel 2015 in Svezia vinse la sua prima gara del circuito.
Con 39 piazzamenti sul podio e 7 vittorie individuali fa parte del livello “elite” italiano insieme a Lisa Vittozzi, atleta veneta più giovane di quattro anni. Insieme a Lukas Hofer e Dominik Windisch – i due biatleti della categoria “elite” – Wierer e Vittozzi formano la squadra italiana mista che alle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang del 2018 ha vinto la medaglia di bronzo nella staffetta (quattro anni prima la squadra mista aveva vinto un altro bronzo in staffetta, ma con Karin Oberhofer al posto di Vittozzi).
Per Wierer il primo successo in Coppa del Mondo è arrivato al picco della carriera e la rende una delle atlete italiane più importanti in attività. Mantenendo un andamento costante in tutte le specialità e migliorando recentemente nello sci di fondo, dallo scorso autunno a domenica scorsa ha saputo approfittare delle difficoltà delle sue avversarie principali, come la tedesca Laura Dahlmeier, vincitrice di due ori a Pyeongchang ma frenata da alcuni problemi fisici, e la slovacca Anastasiya Kuzmina, terza classificata.