Un tribunale americano ha stabilito che l’erbicida Roundup è tra i fattori che hanno causato un tumore in una persona
Il 19 marzo un tribunale di San Francisco, negli Stati Uniti, ha stabilito che l’erbicida Roundup, uno dei più usati al mondo, è tra i fattori che hanno causato un linfoma non Hodgkin (un tipo di tumore) a un uomo californiano, Edwin Hardeman. Ora il tribunale dovrà decidere quali siano le responsabilità di Bayer, la multinazionale chimica e farmaceutica tedesca che a giugno aveva comprato Monsanto, l’azienda produttrice del Roundup. Monsanto prima e Bayer dopo hanno sempre negato che il glifosato, la sostanza chimica alla base del Roundup, abbia effetti cancerogeni; a partire dall’udienza di oggi gli avvocati di Hardeman presenteranno delle prove secondo cui Bayer avrebbe influenzato scienziati, politici e consumatori sulla sicurezza dei suoi prodotti nonostante i rischi a essi legati. Dopo la diffusione della sentenza il valore del titolo di Bayer è sceso quasi del 12 per cento alla borsa di Francoforte.
Non è la prima volta che un tribunale di San Francisco stabilisce che l’uso dell’erbicida sia legato a un linfoma non Hodgkin: era già successo lo scorso agosto, nel caso dell’ex giardiniere Dewayne Johnson. Negli Stati Uniti ci sono più di 11mila altre denunce relative all’uso del Roundup. Hardeman ha 70 anni e ha usato regolarmente il Roundup dal 1980 al 2012.
Il Roundup è stato il primo erbicida a base di glifosato a essere commercializzato ed è tuttora il più usato nel mondo: il suo uso è approvato in 130 paesi su più di cento colture diverse. Fino al 2001 Monsanto ne deteneva il brevetto di produzione, ma da quando è scaduta l’esclusiva la sostanza è stata utilizzata da numerose altre aziende, facendola diventare la più ricorrente negli erbicidi venduti in Europa. Monsanto ha sempre sostenuto che usare Roundup sia sicuro e non causi tumori. Nel 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) inserì il glifosato nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene”. La decisione seguì uno studio dell’Agenzia Internazionale per la ricerca contro il cancro (IARC) secondo cui è probabile che il glifosato sia cancerogeno, nonostante non sia provato. Nel 2017 l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) aveva deciso di non classificare il glifosato come sostanza cancerogena perché riteneva che non ci fossero abbastanza prove per sostenerlo.