Radovan Karadžić è stato condannato in appello all’ergastolo
L'ex presidente della Repubblica Serba di Bosnia è stato giudicato colpevole di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità: in primo grado era stato condannato a 40 anni
Radovan Karadžić, presidente della Repubblica Serba di Bosnia durante la guerra che si combatté in Bosnia tra il 1992 e il 1995, è stato condannato in appello all’ergastolo. Karadžić è stato giudicato colpevole di genocidio, deportazioni, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. La sentenza è stata emessa all’Aia, nei Paesi Bassi, dal Meccanismo residuale per i Tribunali Penali Internazionali (IRMCT), l’organo che ha preso il posto del Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia delle Nazioni Unite (ICTY), chiuso nel dicembre del 2017 dopo ventiquattro anni. I giudici dell’Aia hanno accolto le richieste dell’accusa, sostenendo che la condanna a quarant’anni di carcere emessa in primo grado fosse insufficiente.
Karadžić era stato condannato in primo grado nel 2016 per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e per aver avuto un ruolo attivo nel genocidio dei musulmani bosniaci avvenuto tra il 1992 e il 1995. Karadžić fu giudicato tra i colpevoli del massacro di Srebrenica del 1995, la strage più grave avvenuta in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale, dell’assedio di Sarajevo, della persecuzione dei cittadini non serbi nel territorio bosniaco e del sequestro dei soldati dell’UNPROFOR, la forza di protezione delle Nazioni Unite nelle guerre jugoslave. I giudici lo condannarono solo per dieci di undici capi d’accusa, assolvendolo dall’accusa di genocidio in altre sette municipalità della Bosnia per insufficienza di prove.
Karadžić presentò ricorso definendo la sentenza “ingiusta” e sostenendo che nel corso del processo, iniziato nel 2009, fossero stati violati i suoi diritti. La sentenza fu molto criticata anche dalle famiglie delle vittime del massacro di Srebrenica che avevano chiesto per Karadžić l’ergastolo.
Alla fine della guerra di Bosnia il Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia, costituito dall’ONU nel 1993, accusò Karadžić di essere responsabile di persecuzione nei confronti della minoranza musulmana nel 1995. Karadžić scappò e restò in latitanza fino al 21 luglio 2008, quando venne arrestato mentre si trovava a bordo di un autobus a Belgrado sotto falsa identità.