Il Teatro alla Scala di Milano restituirà i 3,1 milioni di euro versati dall’Arabia Saudita per un posto nel consiglio di amministrazione
Il consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala di Milano ha deciso di restituire all’Arabia Saudita i tre milioni e 100mila euro che il paese aveva versato come prima parte di un finanziamento da 15 milioni per entrare a far parte del consiglio di amministrazione del teatro. Dell’investimento si era molto parlato nelle ultime settimane, con toni critici nei confronti del sovrintendente del teatro, l’austriaco Alexander Pereira, che aveva trattato con il ministro della Cultura saudita, il principe Badr bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan al Saud, per ottenere il finanziamento.
Inizialmente Pereira avrebbe parlato con Badr dell’investimento saudita nel teatro con il sostegno della Lega, tramite alcuni suoi esponenti molto vicini al ministro dell’Interno Matteo Salvini: dopo l’arrivo dei primi 3,1 milioni di euro il 4 marzo però il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, a sua volta membro della Lega, aveva accusato Pereira di aver condotto le trattative senza consultarsi con il consiglio di amministrazione. Anche il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli e il sindaco di Milano Beppe Sala lo avevano criticato per la stessa ragione.
Oggi è stato il sindaco di Milano Beppe Sala ad annunciare la restituzione del denaro all’Arabia Saudita, spiegando che i 3,1 milioni di euro non erano stati donati rispettando le linee guida sulle donazioni alla Scala e non erano arrivati su un conto del teatro ma attraverso un acconto di garanzia presso un notaio: per questo sono stati restituiti. Sala ha anche detto che Pereira, nonostante i suoi errori nella gestione della questione, rimarrà in carica fino alla fine del suo mandato nel 2020: nessuno nel consiglio di amministrazione del teatro ne ha proposto la sostituzione.