Le donne che rimuovono le mine in Sri Lanka
Un reportage fotografico a dieci anni dalla fine della guerra civile
Sono passati quasi dieci anni da quando l’organizzazione militare delle Tigri Tamil dichiarò la propria resa, mettendo fine a più di venticinque anni di guerra civile in Sri Lanka, ma ancora oggi è in corso il processo di rimozione delle mine nel nord del paese. A occuparsene è la Halo Trust, una ONG che opera in di diverse zone di guerra in tutto il mondo, e in Sri Lanka il 44 per cento delle persone che ci lavorano è composto da donne. Di queste più di un terzo ha avuto familiari uccisi o feriti durante la guerra civile, e per più della metà il lavoro di sminamento è l’unica fonte di sostegno economico per la propria famiglia. La fotografa statunitense Allison Joyce è andata in Sri Lanka e ha realizzato un reportage in cui ha raccontato le storie di alcune di queste donne.
Dal 2010 al 2012 gli sminatori di Halo Trust hanno rimosso più di 30mila mine all’anno, e dal 2014 il numero è sceso a 16mila mine all’anno. In totale, fino al 31 gennaio del 2019, Halo Trust ha rimosso 309.354 mine e altri ordigni bellici inesplosi nel nord dello Sri Lanka.
La guerra civile in Sri Lanka iniziò nel 1983 e fu originata dalle Tigri Tamil, un gruppo separatista di ispirazione comunista che lottava per la creazione di uno stato indipendente nelle regioni del nord e dell’est dell’isola dello Sri Lanka, dove si concentrava la maggior parte della popolazione di etnia Tamil, una minoranza etnica prevalentemente di religione induista (il gruppo etnico più grande in Sri Lanka sono i singalesi, in larga parte buddisti).
Dopo anni di conflitti violentissimi e circa 100mila persone morte, il 16 maggio del 2009 l’allora presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa dichiarò vinta la guerra, e le Tigri Tamil annunciarono la propria resa. Il 18 maggio, infine, Velupillai Prabhakaran, fondatore e capo del gruppo, venne ucciso dall’esercito dello Sri Lanka mettendo di fatto fine alle Tigri Tamil.