Alla Grecia serve un crematorio
Non ce n'è nemmeno uno, a causa dell'opposizione della chiesa ortodossa, ma ormai nei cimiteri non c'è più spazio: adesso è intervenuto il governo
Il governo della Grecia la settimana scorsa ha approvato un decreto per costruire il primo crematorio del paese, ad Atene: è una decisione attesa da tempo e che servirà ad allineare la Grecia alle regole europee sulla gestione dei cadaveri, ma anche a risolvere un grosso problema di capienza dei cimiteri.
A causa dell’opposizione della chiesa ortodossa, infatti, in Grecia la cremazione dei cadaveri è stata vietata fino al 2006, ma anche da allora nessuna città è riuscita a costruire un crematorio, per quanto in molti casi fosse necessario. La grande crescita della popolazione urbana della seconda metà del Novecento ha infatti prodotto una cronica carenza di spazio nei cimiteri delle principali città greche, dove è normale che un corpo venga riesumato dopo tre anni dalla sepoltura e trasferito in un ossario, per liberare spazio e permettere altre sepolture.
Ancora oggi in Grecia chi vuole far cremare il corpo di un parente morto deve andare all’estero, di solito in Bulgaria. Senza contare le spese per organizzare una cerimonia funebre, portare un cadavere per la cremazione in Bulgaria costa intorno ai 1.500 euro; nonostante i costi elevati il numero di persone che hanno scelto di farlo è aumentato costantemente negli ultimi anni. Oggi tra le 3.000 e le 4.000 persone ogni anno scelgono di portare un corpo a cremare all’estero, per l’impossibilità di farlo in Grecia.
La costruzione del crematorio di Atene – che sarà nella municipalità di Elaionas – è stata definita «storica» dal sindaco della città Giorgos Kaminis, mentre il primo ministro greco Alexis Tsipras ha parlato di «una delle riforme più importanti e urgenti». Altri due crematori dovrebbero essere costruiti a Salonicco e a Patrasso, dove i progetti sono stati approvati da tempo, ma per l’opposizione della chiesa la costruzione è sempre stata rimandata.