Cosa si sa sull’aereo precipitato in Etiopia
Cosa è successo, dov'era diretto e a che punto sono le indagini sull'incidente che ha ucciso 157 persone
Domenica 10 marzo un Boeing 737 della compagnia Ethiopian Airlines partito da Addis Abeba, in Etiopia, e diretto a Nairobi, in Kenya, è precipitato poco dopo il decollo: tutte le 157 persone a bordo sono morte, tra cui otto italiani. Questa mattina è stata trovata la scatola nera, che aiuterà a chiarire le cause dell’incidente, intanto i 35 paesi coinvolti stanno rendendo pubbliche le identità delle persone uccise.
Cosa è successo
L’aereo è precipitato domenica alle 8:44 ora locale (le 6:44 in Italia), sei minuti dopo il decollo, a circa 60 chilometri a sud-est di Addis Abeba, vicino alla cittadina di Bishoftu. Il CEO di Ethiopian Airlines, Tewolde GebreMariam, ha detto che il pilota aveva detto di avere problemi tecnici e aveva chiesto il permesso di tornare indietro poco dopo il decollo; ha aggiunto che aveva volato durante la sua carriera per un totale di oltre ottomila ore e che era un pilota «eccellente». GebreMariam, che ha visitato il luogo dell’incidente, ha detto che è troppo presto per capire se l’aereo sia caduto o se abbia tentato un atterraggio di emergenza.
Le cause dell’incidente
Non sono chiare ma lunedì mattina è stata ritrovata la scatola nera dell’aereo. La National Transportation Safety Board, un’agenzia indipendente con sede negli Stati Uniti che si occupa di sicurezza aerea, invierà degli esperti per affiancare Ethiopian Airlines nelle indagini.
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Le vittime
Sono morte tutte le 157 persone a bordo: 149 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio. Secondo il direttore della comunicazione di Ethiopian Airlines, le persone a bordo erano di 35 nazionalità diverse, tra cui otto italiani. La maggior parte, 32 persone, venivano dal Kenya, ma c’erano anche 18 canadesi, 9 etiopi, 8 statunitensi, 8 cinesi, 7 britannici e 7 francesi. Molte, almeno 21, lavoravano per le Nazioni Unite ed erano dirette alla quarta Assemblea dell’ONU sull’ambiente, che sarebbe iniziata oggi, lunedì, a Nairobi.
Tra i passeggeri italiani c’era Sebastiano Tusa, archeologo e assessore ai Beni culturali della Sicilia, che stava andando in Kenya per un progetto dell’UNESCO. Tre invece erano volontari di Africa tremila, una ONLUS con sede a Bergamo, ha confermato il sindaco della città Giorgio Gori: il presidente Carlo Spini, la moglie Gabriella Vigiani e il tesoriere Matteo Ravasio. Sull’aereo c’era poi Paolo Dieci, tra i fondatori della ong Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli e presidente di Rete Link, un raggruppamento di organizzazioni di cooperazione internazionale; due dipendenti del World Food Programme delle Nazioni Unite, Virginia Chimenti e Pilar Buzzetti, romane; i giornali fanno anche il nome di Rosemary Mumbi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commentato l’incidente dicendo che «il Paese guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell’archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano».
Il Boeing 737 ed Ethiopian Airlines
Max Kingsley-Jones, giornalista del sito Flight Global, ha detto a BBC News che Ethiopian Airlines ha un’ottima reputazione: è considerata la migliore e più affidabile compagnia aerea africana, ed è un modello per molte compagnie internazionali. L’aereo, un Boeing 737 Max 8, era nuovo e il primo volo risaliva allo scorso ottobre: GebreMariam ha precisato che «non aveva mai riportato problemi tecnici ed era guidato da un pilota esperto». Un aereo dello stesso modello era caduto lo scorso ottobre, cinque mesi fa, in Indonesia, sempre pochi minuti dopo il decollo, provocando la morte di tutte le 189 persone a bordo. Non ci sono prove che i due incidenti abbiamo cause comuni, ma Ethiopian Airlines ha ritirato tutti i suoi 737 Max 8. Lo stesso ha fatto Cayman Airways, la compagnia aerea delle isole Cayman che utilizzava due aerei di questo modello, mentre la Cina ha ordinato a tutte le sue compagnie di sospendere i voli con i Boeing 737 Max 8.