La Russia ha una nuova legge contro il dissenso
Punirà chiunque pubblicherà online "notizie false" o mostri "mancanza di rispetto" verso il governo, imponendo di fatto una censura sulle critiche
Ieri il parlamento russo ha approvato una nuova legge per punire diverse forme di dissenso online: punirà infatti con una multa chi diffonderà “notizie false” su Internet oppure più semplicemente mostrerà “mancanza di rispetto” verso il governo, la società o le istituzioni russe. Gli osservatori internazionali sono concordi nel giudicare che la nuova legge consentirà al governo di Vladimir Putin di censurare qualsiasi tipo di critica, in un paese in cui la libertà di stampa e opinione è già molto ridotta. Per l’approvazione definitiva, la legge dovrà passare ora per il Consiglio Federale, cioè la camera alta della Russia, e poi essere firmata da Putin, che si è già detto favorevole.
La legge prende di mira esplicitamente i giornali online e i singoli utenti, e impone loro di cancellare i contenuti che il governo ritiene fuori legge entro 24 ore. Non esiste la possibilità di fare appello contro la decisione del governo. Oltre alla cancellazione dei contenuti, sono previste delle multe che vanno dai 100mila rubli (circa 1300 euro) per chi diffonde notizie false di minore entità fino a 400mila (circa cinquemila euro) per chi causa la morte di una persona in seguito alla diffusione di una certa notizia. Deutsche Welle fa notare che televisioni, radio e carta stampata sono da tempo soggetti a multe nel caso siano accusate di diffondere notizie false.
La formulazione della legge è molto vaga e «creerà lo spazio per l’interpretazione più ampia possibile da parte delle autorità», ha scritto su Facebook il politico di opposizione Vladimir A. Ryzhkov. Lo hanno ammesso anche gli autori della legge, che secondo il New York Times in alcune interviste hanno spiegato che spetterà ai magistrati e al governo stabilire esattamente cosa si intenderà per “notizia falsa”.
In Russia gli spazi per un’informazione libera e indipendente sono già molto ristretti. La tv e radio più popolari sono controllati dallo stato, che finanzia anche una serie di media che operano all’estero fra cui Russia Today e i siti di Sputnik News, il cui scopo è in buona sostanza mettere in buona luce la Russia. Spesso il loro lavoro coincide con la diffusione di notizie false o distorte nella speranza di destabilizzare il dibattito pubblico del paese in cui sono attivi.
Nikolai F. Uskov, direttore dell’edizione russa di Forbes, sostiene che la tempistica della nuova legge non sia casuale. Negli ultimi tempi il tasso di popolarità di Putin è diminuito di una ventina di punti dal suo picco successivo all’invasione della Crimea, forse per via delle prolungate difficoltà economiche e di una maldestra riforma delle pensioni: «il governo si sta chiaramente preparando a un peggioramento dell’umore collettivo, che si rifletterà sulle pubblicazioni dei giornali e dei social network», ha spiegato Uskov, definendo questa legge una specie di argine nei confronti delle istituzioni legate a Putin.