Chelsea Manning è stata incarcerata per essersi rifiutata di testimoniare su Wikileaks
Chelsea Manning, l’ex militare statunitense che aveva fornito a Wikileaks centinaia di migliaia di documenti e materiali riservati, è stata incarcerata per essersi rifiutata di testimoniare su Wikileaks di fronte a un gran giurì, cioè a un tipo giuria prevista negli ordinamenti anglosassoni che è chiamata a stabilire se le prove raccolte sono sufficienti per iniziare un processo penale nei confronti di qualcuno. Manning si è rifiutata di testimoniare perché sostiene di aver già detto tutto quello che sapeva alla corte marziale che la giudicò nel 2013. La sua deposizione – che lei non vuole fare – rientra nell’ambito dell’indagine statunitense su Wikileaks, che va avanti ormai da molti anni.
I suoi avvocati avevano chiesto al giudice che Manning non fosse incarcerata ma che fosse messa invece agli arresti domiciliari per via delle sue condizioni mediche. Il giudice ha deciso però che resterà in carcere fino a quando non cambierà idea e deciderà di testimoniare o fino a quando il gran giurì non concluderà il suo lavoro. Nel 2010, Manning era stata condannata a 35 anni di carcere per aver fornito a Wikileaks centinaia di migliaia di documenti e materiali riservati diffusi e pubblicati su Internet. Era stata in carcere per circa sette anni prima che il presidente Barack Obama le concedesse la grazia nel 2017.