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  • Giovedì 7 marzo 2019

La distribuzione di libri è bloccata da sei giorni

A causa di uno sciopero nel più grande magazzino di libri italiano, in provincia di Pavia: le nuove uscite della settimana potrebbero non essere arrivate nelle librerie

Al centro la "Città dei libri" di Stradella, in provincia di Pavia, vista dall'alto su Google Maps: è il più grande magazzino per la distribuzione di libri d'Italia
Al centro la "Città dei libri" di Stradella, in provincia di Pavia, vista dall'alto su Google Maps: è il più grande magazzino per la distribuzione di libri d'Italia

Dalla notte tra giovedì 28 febbraio e venerdì 1 marzo è in corso un grosso sciopero nel più grande magazzino di libri in Italia, la cosiddetta “Città dei libri” di Stradella, in provincia di Pavia, e per questa ragione alcuni dei nuovi libri pubblicati questa settimana non sono ancora arrivati nelle librerie. A scioperare sono 700 lavoratori di CEVA Logistics, l’azienda internazionale che dal 2013 gestisce il magazzino, e delle cooperative logistiche a cui è subappaltata parte del lavoro. Lo sciopero è stato indetto per chiedere il rispetto dei contratti di lavoro, il riconoscimento dei livelli di inquadramento (bloccati da tempo, come gli scatti di anzianità), la riconferma di circa 200 posti di lavoro e la trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato.

Nel magazzino di Stradella, che ha una superficie di 80mila metri quadrati e può contenere più di 100 milioni di libri, si trova lo stock di molte case editrici che lavorano con Messaggerie Libri, il più grande distributore italiano di libri. Dal magazzino partono le spedizioni – dirette alle librerie – dei nuovi libri in uscita e dei rifornimenti di quelli in catalogo e si gestiscono anche le rese, cioè la parte più complicata del funzionamento del mercato dei libri: sono le copie che i librai non hanno venduto e che restituiscono alle case editrici per farsi ridare dei soldi sotto forma di sconti sugli acquisti successivi. CEVA, la società che gestisce il magazzino di Stradella, esiste dal 2006 ed è quotata alla borsa svizzera dallo scorso anno. Si occupa di logistica e trasporti e ha mille sedi in 160 paesi.

Il 6 marzo Messaggerie Libri ha diffuso un comunicato per dire che si sta impegnando per risolvere i problemi legati allo sciopero e avvisare che i libri che avrebbero dovuto essere consegnati ieri alle librerie fisiche e ai magazzini di quelle online non sono stati spediti: solo in alcune zone del Centro e del Sud Italia, servite da altri magazzini, sono arrivati nella data prevista. Per questo se oggi avevate intenzione di comprare, per esempio, la nuova edizione del libro di Barack Obama I sogni di mio padre, pubblicata da Garzanti, oppure il saggio sulla RAI del nuovo direttore di Repubblica Carlo Verdelli pubblicato da Feltrinelli, non li troverete nelle librerie di Milano; cercandoli su Amazon, troverete l’avviso «generalmente spedito entro 1-2 mesi». Il magazzino di Stradella non sta nemmeno accettando i libri in arrivo da librerie e aziende stampatrici. La consegna dei libri che avrebbero dovuto essere arrivare nelle librerie il 13 marzo è stata posticipata alla settimana successiva.

La situazione dei lavoratori del magazzino è stata spiegata ieri su Repubblica dal giornalista Maurizio Crosetti, che ne ha intervistati alcuni. Pino Liuzzi, un operaio che lavorava in un magazzino di Napoli fino a che la maggior parte della movimentazione dei libri non è stata spostata a Stradella, ha raccontato le proprie condizioni di lavoro: «Arrivano i bancali da scaricare, 800 o mille libri per volta. Devo dire che ci facciamo un bel mazzo, anche le donne naturalmente, e la loro schiena qualche volta se ne va in malora prima della nostra».

Della situazione dei lavoratori del magazzino di Stradella si era già parlato la scorsa estate per via di un’indagine della procura di Pavia, quando dodici persone erano state arrestate con l’accusa di sfruttamento della manodopera e di frode all’erario. Era stato scoperto che nel magazzino venivano violate le normative sugli orari di lavoro e i periodi di riposo e ferie, e che alcune delle cooperative che lavoravano per CEVA, quelle del consorzio Premium Net, facevano contratti brevissimi che venivano rinnovati per anni e imponevano in modo ricattatorio moltissime ore di straordinario ai propri dipendenti, con frequenti turni da 12 ore. Secondo i lavoratori che stanno scioperando CEVA (che non era tra gli indagati) non ha rispettato gli accordi presi con i lavoratori a seguito delle indagini su Premium Net.

Martedì si sono interrotte le trattative tra CEVA e Filt-Cgil, uno dei sindacati del settore della logistica e dei trasporti, ma oggi dovrebbero esserci nuovi sviluppi.

Oltre allo sciopero nel magazzino di Stradella se ne sta svolgendo uno anche in un altro magazzino gestito da CEVA Logistics: quello di San Pietro Mosezzo in provincia di Novara, che lavora per Press-Di, una società del gruppo Mondadori che si occupa di distribuzione di riviste. A scioperare sono i dipendenti di Flexa, una delle cooperative che lavorano per CEVA: temono il licenziamento di 66 lavoratori e lo spostamento delle attività del magazzino in un’altra sede, a Como.