L’intelligence statunitense non sarà più obbligata a pubblicare il numero di civili uccisi negli attacchi coi droni
Il presidente statunitense Donald Trump ha eliminato la regola che obbligava l’intelligence del suo paese a pubblicare il numero di civili uccisi negli attacchi con i droni compiuti al di fuori delle zone di guerra ufficiali. La regola era stata introdotta nel 2016 dall’allora presidente Barack Obama, che aveva ricevuto pressioni da più parti per aumentare la trasparenza per questo tipo di azioni militari compiute dagli Stati Uniti in diversi paesi, tra cui Pakistan, Somalia e Yemen. L’amministrazione Trump ha definito questa regola «superflua». Un funzionario del governo ha detto a BBC: «Questa azione elimina richieste di rapporti superflue, che non aumentano la trasparenza del governo, ma distraggono i nostri agenti dell’intelligence dalla loro missione principale». Diversi membri del Congresso statunitense e diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno criticato la decisione di Trump, sostenendo che permetterà alla CIA di compiere attacchi con i droni senza dover rendere conto a nessuno.
Gli attacchi coi droni – dentro e fuori zone di guerra ufficiali – sono diventati negli ultimi 17 anni il sistema più usato dagli Stati Uniti per colpire obiettivi terroristici e militari. Secondo il Bureau of Investigative Journalism, un think tank con sede nel Regno Unito, nei primi due anni di presidenza Trump gli attacchi coi droni sono stati 2.243, molti di più rispetto ai 1.878 degli otto anni di presidenza Obama.