Il manifesto di Emmanuel Macron sull’Europa
È stato pubblicato in 22 lingue e inviato anche ad alcuni dei più importanti giornali dei paesi che appartengono all'Unione Europea
Il presidente francese Emmanuel Macron ha scritto un manifesto con alcune proposte per l’Unione Europea, in vista delle elezioni che si terranno a partire dal prossimo 23 maggio. Il testo è stato pubblicato sul sito della Presidenza della Repubblica, tradotto in 22 lingue, e inviato anche ad alcuni dei più importanti giornali dei paesi dell’Unione Europea (in Italia si trova oggi sul Corriere della Sera). Il manifesto si intitola “Per un Rinascimento europeo” e mette al centro del discorso tre temi principali: libertà, protezione e progresso. Inizia così:
«Se prendo la libertà di rivolgermi direttamente a voi, non è solo in nome della storia e dei valori che ci riuniscono. È perché è urgente. Tra qualche settimana, le elezioni europee saranno decisive per il futuro del nostro continente. Mai dalla Seconda Guerra mondiale, l’Europa è stata così necessaria. Eppure, mai l’Europa è stata tanto in pericolo».
Macron spiega che Brexit «è l’emblema della crisi dell’Europa, che non ha saputo rispondere alle esigenze di protezione dei popoli di fronte alle grandi crisi del mondo contemporaneo», e che è anche l’emblema «dell’insidia europea»:
«L’insidia non è l’appartenenza all’Unione europea ma sono la menzogna e l’irresponsabilità che possono distruggerla. (…) Il ripiego nazionalista non propone nulla; è un rifiuto senza progetto. E questa insidia minaccia tutta l’Europa: coloro che sfruttano la collera, sostenuti dalle false informazioni, promettono tutto e il contrario di tutto».
Le proposte di Macron per «costruire insieme» il cosiddetto rinascimento europeo hanno a che fare con i temi della libertà, della protezione e del progresso. Il presidente francese scrive di voler «rivedere lo spazio Schengen», cioè l’area di libera circolazione europea, per ragioni di sicurezza creando anche una polizia comune delle frontiere e un ufficio europeo dell’asilo. Per «difendere la nostra libertà» Macron propone poi «che venga creata un’Agenzia europea di protezione delle democrazie che fornirà esperti europei ad ogni Stato membro per proteggere il proprio iter elettorale contro i cyberattacchi e le manipolazioni. In questo spirito di indipendenza, dobbiamo anche vietare il finanziamento dei partiti politici europei da parte delle potenze straniere».
Sull’immigrazione e lo spazio Schengen, uno dei temi che più ha diviso le nazioni europee negli ultimi anni, Macron dice:
Tutti coloro che vogliono parteciparvi devono rispettare obblighi di responsabilità (rigoroso controllo delle frontiere) e di solidarietà (una stessa politica di asilo, con le stesse regole di accoglienza e di rifiuto). Una polizia comune delle frontiere e un ufficio europeo dell’asilo, obblighi stringenti di controllo, una solidarietà europea a cui ogni paese contribuisce, sotto l’autorità di un Consiglio europeo di sicurezza interna: credo, di fronte alle migrazioni, in un’Europa che protegge al contempo i suoi valori e le sue frontiere.
Infine, Macron pensa che sia necessario, per l’Europa, portare avanti un progetto di convergenza più che di concorrenza: «L’Europa, in cui è stata creata la previdenza sociale, deve instaurare per ogni lavoratore, da Est a Ovest e dal Nord al Sud, uno scudo sociale che gli garantisca la stessa retribuzione sullo stesso luogo di lavoro, e un salario minimo europeo, adatto ad ogni paese e discusso ogni anno collettivamente». Parlare di progresso significa anche, per il presidente francese, «prendere la guida della lotta ecologica. (…) L’Unione europea deve fissare la sua ambizione e adattare le sue politiche a questa esigenza: Banca europea per il clima per finanziare la transizione ecologica; forza sanitaria europea per rafforzare i controlli dei nostri alimenti; contro la minaccia delle lobby, valutazione scientifica indipendente delle sostanze pericolose per l’ambiente e la salute…»
Macron conclude dicendo:
«Non possiamo lasciare i nazionalisti, senza soluzioni, sfruttare l’ira dei popoli. Non possiamo essere i sonnambuli di un’Europa rammollita. Non possiamo rimanere nella routine e nell’incantesimo. L’umanesimo europeo è un’esigenza di azione. Ed ovunque i cittadini chiedono di partecipare al cambiamento».