C’è un caso di doping nel bridge
Il più forte giocatore del mondo è stato sospeso per un anno, ma la sua federazione lo difende visto che la sua è una "prestazione intellettuale"
Il primo marzo il più forte giocatore al mondo di bridge, uno dei giochi di carte più popolari, è stato sospeso per aver assunto sostanze dopanti. La World Bridge Federation (WBF), la federazione internazionale di bridge, ha annunciato che Geir Helgemo, che è norvegese ma rappresenta il Principato di Monaco nei tornei di bridge, lo scorso settembre è risultato positivo al testosterone sintetico e al clomifene, due sostanze proibite. La positività è stata riscontrata durante una partita delle World Bridge Series Championships, un torneo mondiale che si disputa ogni quattro anni, a Orlando, negli Stati Uniti.
Helgemo, che ha 49 anni ed è primo nel ranking mondiale dallo scorso agosto, ha ammesso di aver violato le regole ma non ha spiegato perché abbia utilizzato quelle due sostanze: è stato sospeso fino al prossimo 20 novembre e gli sono state revocate tutte le vittorie, le medaglie e i punti delle World Bridge Series Championships del 2018. Helgemo dovrà anche rimborsare i costi delle udienze della WADA, l’agenzia mondiale antidoping, che ammontano all’equivalente di 3.659 euro.
I controlli antidoping nel bridge possono sembrare una cosa strana, ma la WBF fa parte del Comitato olimpico internazionale (CIO) e quindi tutti i giocatori devono rispettare le regole della WADA al pari degli atleti degli altri sport. Il bridge, infatti, è insieme agli scacchi l’unico gioco riconosciuto come “sport mentale”, anche se nessuno dei due è stato ancora scelto per partecipare alle Olimpiadi. Nel 2017 la English Bridge Union (EBU) provò a richiedere che il gioco venisse riconosciuto come sport vero e proprio, ma la Corte di giustizia dell’Unione Europea respinse la richiesta, negando che lo “sforzo mentale” potesse qualificarlo come tale.
Il presidente della Federazione di bridge del principato di Monaco, Gilbert Vivaldi, ha commentato la sospensione di Helgemo dicendo che il regolamento antidoping non può essere applicato senza tenere conto dell’aspetto mentale del bridge: «Pensate che i livelli di testosterone possano influenzare seriamente le prestazioni intellettuali? Ci dispiace che un talento come Geir Helgemo venga sanzionato da un regolamento antidoping che è certamente adattato allo sport fisico ma totalmente inadatto allo sport cerebrale».