A Pechino bisogna vincere una lotteria per potersi comprare un’auto nuova
È una delle drastiche misure con cui da anni il governo cinese sta provando a ridurre l'inquinamento, riuscendoci
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Pechino – la capitale della Cina – è la 56esima città più inquinata del mondo: forse una posizione più bassa di quanto ci si possa immaginare, soprattutto perché da alcuni anni il governo cinese ha introdotto una serie di drastiche misure per limitare l’inquinamento e la concentrazione di particolato nell’aria della città. Una di queste è il sistema in vigore dal 2011 per ridurre il numero di auto: per comprare un’auto nuova, gli abitanti di Pechino devono iscriversi a una lotteria e sperare di vincerla. Cosa per niente facile: nel 2018 le targhe messe a disposizione erano 100mila (nel 2013 erano 240mila), tra cui 38mila per auto a benzina e 54mila per auto elettriche. Pechino ha più di 20 milioni di abitanti.
L’obiettivo della città è ridurre il numero di auto registrate a 6,3 milioni entro la fine del 2020. Questo significa che nelle estrazioni, che avvengono ogni due mesi, viene concessa circa una targa ogni 2.000 persone che ne hanno fatto richiesta.
Nel 2014 il primo ministro cinese Li Keqiang disse davanti ai tremila delegati dell’Assemblea nazionale del popolo che la Cina avrebbe “dichiarato guerra all’inquinamento”, mettendo per la prima volta la tutela dell’ambiente davanti alla crescita economica. La Cina veniva da anni in cui la situazione dal punto di vista dell’inquinamento era praticamente disperata, e ancora oggi è tra i posti peggiori del pianeta in cui respirare. Sempre secondo la classifica dell’OMS, la città cinese più inquinata è Baoding, al 19esimo posto: ma tra la 22esima e la 500esima posizione ci sono altre 285 città cinesi, di gran lunga il paese più rappresentato.
La lotteria per le nuove auto non è l’unica misura adottata in Cina contro l’inquinamento: la più importante infatti è stata forse la limitazione all’uso del carbone, diversa da provincia a provincia (in quella di Pechino, per esempio, è stata disposta una riduzione del 50 per cento). La Cina ha stanziato l’equivalente di quasi 90 miliardi di euro per combattere l’inquinamento nella sola capitale. Il piano ha avuto anche degli intoppi: nel 2017 il governo dispose l’eliminazione delle caldaie a carbone senza che ci fosse un adeguato piano per sostituirle, lasciando centinaia di migliaia di persone senza riscaldamento per tutto l’inverno.
Quando nel gennaio del 2018 il presidente francese Emmanuel Macron visitò Pechino, disse che non l’aveva mai vista così pulita. E aveva ragione: la concentrazione di PM 2,5, cioè delle particelle inquinanti più piccole e pericolose per la salute, era calata del 54 per cento tra gli ultimi mesi del 2017 e lo stesso periodo del 2016 (questi valori furono influenzati anche dalle condizioni climatiche, particolarmente favorevoli al momento della rilevazione). In media, secondo il New York Times, la concentrazione di PM 2,5 nelle città cinesi è scesa del 32 per cento tra il 2014 e il 2018. Secondo una stima del New York Times i cittadini cinesi guadagneranno 2,4 anni nell’aspettativa di vita se questa riduzione continuerà. Come dimostra la classifica delle città più inquinate del mondo, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni i centri urbani cinesi sono ancora molto lontani dall’essere posti con l’aria pulita.
Oltre a concedere pochissime nuove targhe, la città di Pechino richiede che tutte le auto non elettriche restino ferme un giorno a settimana. Per evitare queste limitazioni, e soprattutto per poter comprare un’auto nuova senza lotteria, molti residenti a Pechino registrano le macchine fuori dalla città. Ma le autorità locali proveranno a disincentivare questo trucco introducendo, a partire dal novembre del 2019, un massimo di 12 permessi all’anno per transitare a Pechino per le auto registrate fuori dalla città. Ogni permesso avrà una durata di sette giorni.
Altre sette città cinesi, tra cui Shangai e Shenzen, hanno adottato misure simili per limitare l’inquinamento. La Cina vuole comunque che le persone comprino nuove auto, per incentivare l’industria automobilistica: ma non nelle città più grandi – e turistiche – e preferibilmente quelle elettriche. Anche per questo, in città come Pechino si stanno sviluppando rapidamente i servizi di car sharing e di autonoleggio con autista.