Francesco De Gregori non è d’accordo con quella proposta delle canzoni italiane in radio
La Lega vuole che un terzo delle canzoni trasmesse dalle radio sia italiano; lui ha detto che gli sembra «una stronzata»
Durante un incontro con i giornalisti in cui ha presentato un suo nuovo progetto musicale e teatrale, il cantautore Francesco De Gregori ha detto cosa pensa della proposta che vorrebbe costringere le radio a trasmettere un terzo di canzoni italiane nella loro programmazione. È una proposta di legge della Lega che negli ultimi giorni ha anche ricevuto il supporto di Mogol, il presidente della SIAE, che in una lettera agli associati ha chiesto di «contribuire a questa battaglia». Secondo quanto scritto da diversi giornalisti che erano alla presentazione di De Gregori, lui ha detto:
«Mi sembra una stronzata. Non so cosa sarebbe stata la mia vita da musicista se non avessi potuto ascoltare fin da piccolo tutte le canzoni straniere che ho sentito».
L’incontro con De Gregori si è tenuto al Teatro Garbatella di Roma, dove da oggi e fino al 27 marzo De Gregori si esibirà in una serie di serate chiamate “Off the Record”, davanti a un pubblico massimo di 230 persone e con una scaletta piuttosto flessibile. Luca Valtorta ha raccontato su Repubblica che De Gregori, nell’anteprima per giornalisti, si è esibito senza cappello e occhiali da sole – due indumenti che ha definito «vestito da palco» – e con le luci completamente accese. La prima canzone che ha suonato, anche quella che aprirà le serate, è “Viva l’Italia”. A chi gli chiedeva il perché della scelta, De Gregori ha risposto:
«Se faccio una scaletta che inizia con “Viva l’Italia” un motivo ci sarà, ma non lo devo spiegare io. Comunque “Viva l’Italia” è una canzone che negli ultimi tempi avevo rifiutato e che adesso invece sono fiero di avere scritto e di avere cantato. Anche se non è necessariamente legata all’attualità politica, credo che indicare un sentimento di amore e di speranza per questo paese possa essere importante per me e per tutti quelli che appena sentono l’attacco, ‘na-na-na-na-na’, provano gli stessi sentimenti. Sono quelle canzoni che ti riescono bene e che riescono a identificare credo un sentire comune».