Il presidente della Nigeria è stato rieletto
Muhammadu Buhari è stato proclamato vincitore, ma l'affluenza è stata bassa
L’attuale presidente della Nigeria Muhammadu Buhari, del partito che si chiama Congresso di Tutti i Progressisti (APC), è stato rieletto per un secondo mandato alle elezioni di sabato 23 febbraio. Buhari, come ha annunciato la commissione elettorale del paese (INEC), ha ottenuto la maggioranza dei voti e almeno il 25 per cento delle preferenze espresse in 24 dei 36 stati della Nigeria, criteri entrambi necessari per diventare presidente. Il suo principale rivale, l’ex vicepresidente Atiku Abubakar del Partito Democratico Popolare (PDP), ha respinto l’esito delle elezioni dicendo che la commissione elettorale avrebbe rimandato appositamente il voto – previsto inizialmente per il 16 febbraio – per consentire di falsificare il numero di preferenze espresse a favore di Buhari.
Buhari, ex generale di 76 anni che prima del ritorno della Nigeria alla democrazia faceva parte di un governo militare, avrebbe ottenuto circa 15 milioni di voti, mentre Abubakar circa 11 milioni. L’affluenza, rispetto alle elezioni del 2015, è stata più bassa, nonostante la base elettorale fosse più ampia. A Lagos, la città più grande e principale centro economico del paese, è stata del 18 per cento. In generale, l’affluenza più scarsa è stata registrata tra i giovani, che rappresentano anche la maggioranza dell’elettorato. Tra le spiegazioni ci sono il diffuso malcontento verso il presidente e il governo negli ultimi quattro anni e il fatto che il voto sia stato rimandato di una settimana a poche ore dall’apertura delle urne: quando i funzionari hanno posticipato le elezioni, i molti elettori che avevano fatto lunghi viaggi per andare a votare hanno semplicemente rinunciato e sono tornati a casa.
Mentre i seggi erano ancora aperti ci sono state segnalazioni di attacchi da parte del gruppo terrorista Boko Haram nel nord del paese e diversi giornali hanno parlato di episodi di intimidazione contro gli elettori e del tentativo di rubare delle urne, negli stati meridionali di Rivers, Lagos e Anambra. Un’associazione composta da vari gruppi della cosiddetta società civile ha fatto sapere che sono morte 39 persone in tutto il paese. Il funzionario di INEC Festus Okoye ha detto comunque che la commissione è stata «in generale soddisfatta del processo e delle procedure di voto».
Buhari si era ricandidato alle elezioni tra molte critiche: era accusato di avere fatto poco o niente per fermare le violenze nel paese e per migliorare la preoccupante situazione dell’economia nazionale. Ma non solo. Quattro anni fa vinse le elezioni promettendo di risolvere due dei maggiori problemi del paese: la corruzione e la guerra contro Boko Haram. Per quanto riguarda la corruzione, le opposizioni hanno accusato Buhari di essersi occupato solo degli scandali che hanno riguardato funzionari in carica prima di lui, o i suoi avversari politici, ma non direttamente il suo governo e i suoi alleati. Contro Boko Haram, non ha poi ottenuto risultati significativi: oggi si stima che i combattenti del gruppo terroristico siano circa 5mila, e che i soldati nigeriani impiegati per affrontarli siano scarsamente addestrati ed equipaggiati. Durante la campagna elettorale Buhari aveva anche promesso di liberare tutte le studentesse rapite da Boko Haram nel 2015, ma a distanza di quattro anni diverse decine di ragazze sono ancora prigioniere.