La condanna per abusi sessuali del cardinale australiano George Pell
Secondo un tribunale di Melbourne, l'ex consigliere economico di Papa Francesco violentò due ragazzini di 13 anni nel 1996
Il cardinale australiano George Pell, ex consigliere stretto di Papa Francesco, è stato condannato per abusi sessuali su due minorenni da un tribunale di Melbourne, in Australia: è il sacerdote di più alto grado nella gerarchia ecclesiastica ad avere mai ricevuto una tale condanna. Il reato risale al 1996, quando Pell era arcivescovo della diocesi di Melbourne. Secondo l’accusa violentò due chierichetti di 13 anni in un locale della cattedrale della città e l’anno successivo molestò di nuovo uno dei due.
Pell si è sempre dichiarato innocente e ha fatto appello contro la condanna che era stata emessa a dicembre ma finora non era stata resa pubblica perché non influisse su un secondo processo, ora archiviato per mancanza di prove. La pena per la condanna non è ancora stata decisa.
Pell ha 77 anni e fino allo scorso ottobre era consigliere stretto di Papa Francesco, cioè uno dei membri del circolo di importanti sacerdoti conosciuto come C-9. Pell è tuttora consigliere per gli affari economici del Vaticano, una sorta di “ministero dell’economia” voluto da Papa Francesco per coordinare meglio le politiche economiche del Vaticano, ma si era preso un periodo di aspettativa nel giugno del 2017 dopo essere stato accusato di abusi sessuali. Il Guardian ha scritto che in passato Pell era stato, grazie al suo ruolo di consigliere economico, «il terzo uomo più potente del Vaticano».
Dei due ex chierichetti molestati da Pell solo uno ha testimoniato al processo – ma la sua identità è stata tenuta segreta dagli investigatori – perché l’altro è morto per overdose nel 2014. Il secondo processo in cui Pell era coinvolto, quello che non è andato avanti per mancanza di prove, riguardava altre accuse secondo cui il cardinale avrebbe abusato di alcuni ragazzini negli anni Settanta. Pell si è dichiarato innocente anche rispetto a tali accuse.
Dal 21 al 24 febbraio in Vaticano si è svolto un incontro in cui in presenza dei presidenti delle conferenze episcopali del mondo e dei responsabili dei diversi ordini religiosi si è parlato degli abusi sessuali compiuti dagli ecclesiastici sui bambini e sugli adolescenti. Papa Francesco ha pronunciato parole molto dure contro il fenomeno, ma non si è affrontato in modo ampio e sistematico il problema degli abusi – che non riguarda solamente i bambini ma anche molte donne religiose – e il Papa non ha annunciato alcuna misura concreta.
In reazione alla condanna di Pell il Vaticano ha detto che il cardinale ha «il diritto di difendersi» fino all’ultimo grado di giudizio australiano e che in ogni caso la notizia della condanna è «dolorosa». Ha poi vietato a Pell l’esercizio pubblico del ministero sacerdotale oltre al contatto in qualsiasi forma con minorenni.