Niente aiuti umanitari per il Venezuela
I militari fedeli al regime di Maduro hanno bloccato l'entrata degli aiuti nel paese ai confini con Colombia e Brasile: ci sono stati scontri, quattro persone sono state uccise
Gli aiuti umanitari arrivati ieri ai confini del Venezuela con Colombia e Brasile non sono stati fatti entrare nel paese su ordine del presidente venezuelano Nicolás Maduro. Diversi attivisti e membri dell’opposizione – tra cui Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea Nazionale, il parlamento controllato dalle opposizioni e svuotato di potere dal regime – hanno provato a forzare i blocchi messi in piedi dai militari venezuelani, senza però avere successo. Gli aiuti umanitari, di cui la popolazione venezuelana avrebbe estremamente bisogno, sono stati rifiutati da Maduro perché provenivano dagli Stati Uniti: secondo il regime, erano uno strumento americano per interferire negli affari interni del Venezuela.
Sabato il blocco dei confini ha provocato diversi scontri tra militari e manifestanti antigovernativi: quattro persone sono state uccise e diverse centinaia sono state ferite. Gli scontri più violenti si sono verificati in particolare in due città.
A Ureña, alla frontiera con la Colombia, le violenze sono iniziate dopo che i soldati avevano impedito a molti civili venezuelani di andare a lavorare al di là del confine: per diverse ore le strade si sono riempite di barricate, i manifestanti hanno bruciato alcuni autobus e i militari hanno risposto usando soprattutto gas lacrimogeni. Il bilancio più grave è stato però registrato nella città di Santa Elena de Uairén, nel Venezuela sudorientale, al confine con il Brasile. Qui i manifestanti antigovernativi sono stati attaccati sia da gang armate filo-regime sia dai militari fedeli a Maduro: negli scontri sono state uccise quattro persone e altre 18 hanno riportato ferite da colpi di arma da fuoco.
Dopo il tentativo fallito di fare entrare gli aiuti umanitari nel paese, Juan Guaidó ha detto che la sua battaglia contro Maduro continuerà e che «dobbiamo tenere aperte tutte le opzioni per la liberazione della nostra patria».
Venerdì Guaidó si era presentato a sorpresa al concerto organizzato dal miliardario Richard Branson nella città colombiana di Cúcuta, al confine con il Venezuela, per raccogliere fondi a favore della popolazione venezuelana: aveva quindi violato l’ordine della Corte suprema venezuelana (controllata dal regime di Maduro) di non uscire dal paese. Guaidó ha detto che lunedì andrà a Bogotá, in Colombia, per incontrare il vicepresidente statunitense Mike Pence e altri leader del cosiddetto “gruppo di Lima”, organizzazione che include molti paesi del continente americano.