I ghiacciai che si sciolgono offrono anche qualche opportunità
In Svizzera ci sono dei progetti per sfruttare le valli lasciate libere dal ghiaccio per produrre più energia idroelettrica
Ci sono paesi in cui le questioni legate al riscaldamento globale sono particolarmente sentite: per esempio le Isole Salomone, per l’innalzamento del livello dell’oceano Pacifico. Oppure la Svizzera.
La Svizzera non ha sbocchi sul mare, ma è comunque uno dei paesi che più interessati alle conseguenze del cambiamento climatico, come spiega un articolo del New York Times (con animazioni e molte belle foto): i ghiacciai che le forniscono il 60 per cento della sua energia grazie agli impianti idroelettrici si stanno sciogliendo. Per questo gli svizzeri si stanno dando da fare per trovare fonti energetiche alternative e anche per cercare opportunità legate allo scioglimento dei ghiacciai.
Tra i paesi lungo l’arco delle Alpi, la Svizzera è quella con il maggior numero di ghiacciai – sono 1.500 – e ha tantissime dighe e impianti idroelettrici. Per fare un confronto utile a capire quanto siano importanti: in tutto il mondo l’energia idroelettrica è pari al 16 per cento dell’energia elettrica prodotta, in Italia è pari a circa il 13 per cento, in Svizzera invece più della metà dell’energia usata è idroelettrica. Dal 2001 però quasi tutti i ghiacciai svizzeri si sono accorciati; solo nel 2017 venti ghiacciai hanno perso circa il 3 per cento del loro volume e si prevede che molti saranno completamente scomparsi entro il 2090. Negli ultimi anni lo scioglimento dei ghiacciai ha portato a un aumento dell’acqua raccolta dalle dighe, e quindi a una maggiore riserva energetica: dal 1980 a oggi la produzione di energia idroelettrica è aumentata del 3-4 per cento. In futuro però le cose peggioreranno perché le riserve idriche non si rinnoveranno e il flusso d’acqua che passa per le turbine idrauliche delle centrali diminuirà.
L’effetto non sarà immediato: si prevede che nei prossimi decenni per via del cambiamento climatico in Svizzera nevicherà e pioverà di più, quindi il sistema idrogeologico del paese non sarà a corto di risorse, poi però ci sarà una diminuzione nella produzione dell’energia elettrica, fino al 5 per cento in alcune regioni. Il problema sarà particolarmente sentito anche per una cosa che non c’entra nulla con il cambiamento climatico: dopo il disastro della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, il governo svizzero ha promesso di chiudere gradualmente e non rimpiazzare i cinque reattori nucleari del paese. Attualmente gli forniscono il resto dell’energia elettrica che usa e sono particolarmente importanti in inverno, quando la produzione di energia idroelettrica diminuisce e c’è più richiesta di energia per gli impianti di riscaldamento e di illuminazione.
Per questo il governo ha in programma di aumentare la produzione nazionale di energia eolica, solare e geotermica, che finora non erano state particolarmente usate. Ma è anche previsto che la produzione di energia idroelettrica aumenti, grazie a nuove infrastrutture. Infatti una delle conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai è che alcune valli che prima erano occupate dal ghiaccio si sono liberate: ora possono essere sfruttate per la costruzione di nuove dighe e nuovi impianti idroelettrici. È quello che si sta pensando di fare ai piedi del ghiacciaio Oberaletsch, che secondo le previsioni nel 2050 avrà perso il 70 per cento del volume che aveva all’inizio degli anni Novanta. I ricercatori svizzeri stanno cercando di capire come sarà la futura topografia delle valli come quella in fondo al ghiacciaio per capire come costruire nuove dighe e bacini artificiali.
Attualmente la valle in fondo all’Oberaletsch è occupata da uno strato di ghiaccio spesso fino a 200 metri, ma si prevede che per il 2050 questo ghiaccio si sarà sciolto e al suo posto ci sarà un lungo e stretto lago dove finirà l’acqua prodotta dal ghiacciaio e dalla neve invernale. Gli ingegneri della società energetica Alpiq hanno proposto al governo svizzero di costruire un nuovo impianto idroelettrico vicino alla diga di Gebidem, che esiste già, da collegare al futuro lago con dei tubi all’interno delle montagne. Un progetto simile è stato pensato per il lago che si è già formato in fondo al ghiacciaio Trift: dopo quattro anni di discussioni, Kraftwerke Oberhasli (KWO), un’altra azienda energetica, ha raggiunto un accordo con gli ambientalisti e ha ottenuto i primi permessi di costruzione. I lavori potrebbero cominciare nel 2022 ed essere terminati per il 2030.