Justin Trudeau sta affrontando un grave scandalo politico
Riguarda le presunte interferenze politiche del governo su una società di ingegneria e ha portato alle dimissioni del suo più stretto collaboratore e di una ministra indigena
Da qualche settimana il governo del Canada e il suo primo ministro Justin Trudeau stanno affrontando una crisi politica che ha a che fare con il cosiddetto “affaire SNC-Lavalin”, e che ha già portato alle dimissioni di Jody Wilson-Raybould, ministra degli Affari dei reduci di guerra, e del capo della segretaria di Trudeau, cioè il suo principale collaboratore, Gerald Butts. Il prossimo ottobre in Canada ci saranno le elezioni e i Liberali di centrosinistra dell’attuale primo ministro hanno subìto, a causa di questa vicenda, un significativo calo di consensi.
La storia era iniziata lo scorso 7 febbraio da un’inchiesta del Globe and Mail in cui si accusavano alcuni funzionari del primo ministro Trudeau di interferenze politiche per aiutare la società di ingegneria SNC-Lavalin Group Inc a evitare un processo per corruzione e frode per alcuni contratti governativi in Libia. Le accuse si riferivano al 2018, quando Jody Wilson-Raybould era ministra della Giustizia. Secondo il Globe and Mail la ministra non avrebbe ceduto alle pressioni: per questo motivo sarebbe stata rimossa dal suo incarico e nominata a un ministero di minor importanza, quello dei reduci di guerra.
Il primo ministro Trudeau ha sempre negato le accuse, insistendo sul fatto che il suo governo non ha fatto nulla di inappropriato. Trudeau aveva definito “falsa” la storia del Globe dicendo che la presenza nel governo di Jody Wilson-Raybould avrebbe dovuto «parlare da sola». Dopo queste dichiarazioni, lo scorso 13 febbraio Jody Wilson-Raybould però si è dimessa. Qualche giorno dopo si è dimesso in modo inaspettato anche Gerald Butts, uno dei più stretti collaboratori di Trudeau, negando comunque di aver mai esercitato un’influenza impropria.
L’immagine e la reputazione di Justin Trudeau sono sempre state molto positive, in Canada e all’estero: ha condotto una campagna elettorale incentrata su un programma di inclusione e tolleranza, sulla necessità di unire le persone per risolvere i problemi nazionali e risollevare il paese dalle difficoltà economiche, sul cambiamento climatico, sulla trasparenza delle istituzioni, sul taglio delle tasse al ceto medio e sulla riconciliazione con il popolo indigeno, questione su cui ha insistito molto anche dopo la sua elezione, nel 2015. La sua foto alla Camera dei Comuni mentre abbracciava la nuova ministra della Giustizia Jody Wilson-Raybould, di origini Kwakwaka’wakw, è diventata per molte persone il simbolo della concreta volontà di riprendere le relazioni interrotte tra il governo e i popoli nativi del paese.
Ora però Jody Wilson-Raybould si è dimessa e Trudeau si deve improvvisamente difendere da pesanti accuse: che gli sono state rivolte non solo dalle popolazioni indigene – poiché Jody Wilson-Raybould era l’unica persona indigena del suo governo – ma anche da parte delle donne, delle opposizioni e dei canadesi in generale, come mostrano i sondaggi.
Finora Jody Wilson-Raybould non ha dato alcuna spiegazione sulle dimissioni, ma sul caso è stata aperta un’inchiesta da parte di una Commissione parlamentare: sarà ascoltata nei prossimi giorni, anche se è vincolata al segreto avvocato-cliente (che in questo caso è il governo) che le impedisce di rivelare i dettagli delle discussioni che ha avuto con Trudeau o con i membri del suo staff. Il primo ministro è stato dunque innanzitutto accusato di scarsa trasparenza, anche se si è difeso affermando che i processi giudiziari della SNC-Lavalin sono ancora in corso e che «il segreto professionale è una parte fondamentale del nostro sistema giudiziario». Le opposizioni pensano che proprio a causa di questi vincoli la commissione parlamentare non arriverà lontano. Questa settimana, inoltre, il parlamento, con i voti dei liberali, ha respinto una mozione che chiedeva l’apertura di un’inchiesta pubblica sul caso SNC-Lavalin e sulle presunte interferenze politiche del governo.
Nei giorni seguenti alle dimissioni di Wilson-Raybould, poi, la stampa locale ha pubblicato pesanti critiche contro l’ex ministra provenienti dall’interno del suo stesso partito, anche se in forma anonima. Questo ha causato a sua volta molte proteste: «Se non condanni queste dichiarazioni infamanti e non chiedi scusa a Wilson-Raybould, non solo riaffermerai un sistema di credenze coloniali secondo cui le donne indigene sono inferiori e a uso e consumo di altri, ma anche l’ipocrisia del tuo professato femminismo», ha scritto per esempio in una lettera un’importante organizzazione politica che rappresenta le comunità indigene con sede a Vancouver.
Tutta questa situazione ha avuto conseguenze immediate nei sondaggi. I Liberali di Trudeau hanno infatti subito un calo di consensi e sono stati superati dai Conservatori. In Canada si voterà il prossimo ottobre.