Il concerto di Richard Branson per il Venezuela
Il miliardario britannico ne ha organizzato uno al confine con la Colombia, per raccogliere fondi e aiuti per la popolazione, il presidente venezuelano ne ha organizzato uno di fronte
Il miliardario Richard Branson, l’imprenditore britannico fondatore del Virgin Group, sta organizzando un concerto per venerdì 22 febbraio al confine tra Venezuela e Colombia per raccogliere fondi in aiuto alla popolazione venezuelana. L’evento, chiamato Venezuela Aid Live, è stato pensato come il famoso Live Aid, il concerto del 1985 in cui vennero raccolti 125 milioni di dollari per le persone afflitte dalla carestia in Etiopia. Si terrà a Cúcuta, una città colombiana al confine con il Venezuela, dove al momento si trovano anche 50 tonnellate di aiuti umanitari provenienti dagli Stati Uniti che Nicolás Maduro, l’attuale presidente del Venezuela, non vuole fare entrare.
Il Venezuela è da anni in mezzo a una gravissima crisi politica e umanitaria. Nel paese c’è sempre meno cibo e le medicine e altri beni di prima necessità sono sempre più difficili da trovare. A gennaio, in seguito all’inizio del secondo mandato da presidente di Maduro, Juan Guaidó, il 35enne presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela, si era dichiarato presidente del paese con il sostegno del parlamento accusando il presidente Maduro di essere un «usurpatore». Guaidó era stato riconosciuto immediatamente dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e ad oggi circa 40 paesi lo hanno riconosciuto come legittimo presidente, compresi diversi paesi europei.
Lo scopo del concerto organizzato da Branson è quello di raccogliere 100 milioni di dollari di donazioni nei 60 giorni successivi all’evento, e usarli per aiutare la popolazione venezuelana. Fino ad ora però non è stato specificato come Branson intenda superare i blocchi all’ingresso di aiuti dall’estero di Maduro, che nega che ci sia una crisi e sostiene che questa attenzione al Venezuela serva solo per indebolire il suo governo democraticamente eletto.
Attorno a questo concerto, però, si sono create un po’ di discussioni. Lunedì il bassista e cofondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, ha pubblicato un video su Twitter in cui accusava Branson di essere al servizio degli interessi degli Stati Uniti, il cui obiettivo sarebbe quello di fare del Venezuela «il prossimo Iraq» e rovesciare il governo socialista di Maduro. Nel video Waters dice che il concerto non ha nulla a che fare con «i bisogni del popolo venezuelano, con la democrazia, con la libertà o con gli aiuti» umanitari, nonostante lo stesso governo venezuelano abbia ammesso che il tasso di omicidi nel paese è tra i più alti del mondo e l’inflazione sia alle stelle. Waters ha anche aggiunto di avere diversi amici che vivono a Caracas, la capitale del Venezuela, e che secondo loro non c’è «nessuna guerra civile, nessun caos, nessuna apparente dittatura e non c’è soppressione della stampa» nel paese (Qui avevamo spiegato che c’è una grande differenza tra Caracas e il resto del paese).
The Red Cross and the UN, unequivocally agree, don’t politicize aid. Leave the Venezuelan people alone to exercise their legal right to self determination. pic.twitter.com/I0yS3u75b6
— Roger Waters ✊ (@rogerwaters) February 18, 2019
In seguito alla pubblicazione del video di Waters, un portavoce di Branson ha dichiarato che il governo statunitense non ha avuto nessun ruolo nell’organizzazione dell’evento e che in generale nessun governo ha partecipato o finanziato il concerto. L’evento, organizzato su richiesta di Guaidó e del leader dell’opposizione Leopoldo López, che è agli arresti domiciliari dal 2014, è stato pensato per attirare l’attenzione internazionale sulla crisi venezuelana. «Il Venezuela purtroppo non è diventato quell’utopia che le amministrazione di Maduro e Chavez volevano, e il risultato è che le persone muoiono letteralmente per mancanza di medicine e di soccorso sanitario», ha detto Branson ad AP, «così riusciremo ad attirare l’attenzione del mondo su questo problema»
Finora non è stata resa pubblica la scaletta del concerto ma secondo BBC almeno 32 artisti sono stati invitati a partecipare dagli organizzatori, tra cui Rudy Mancuso, il cantante colombiano Juanes, il cantante di Despacito Luis Fonsi e il DJ svedese Alesso. Lele Pons, una cantante e attrice venezuelana naturalizzata statunitense ha detto che parteciperà al concerto di Bronson, così come Danny Ocean, un altro artista venezuelano.
🇻🇪 Para esto hacemos música! @VenezuelaAid #AyudaVenezuela #AidVenezuela LINK: https://t.co/5bTVJmlGhw pic.twitter.com/7T6XT7lSK6
— Danny Ocean (@Dannocean) February 17, 2019
Mercoledì Maduro ha annunciato che anche in Venezuela si terrà un enorme concerto per far concorrenza a quello organizzato da Branson. Il ministro dell’Informazione, Jorge Rodriguez, ha detto che l’evento durerà due giorni, sabato e domenica, e si terrà al confine con la Colombia, proprio di fronte al concerto di Branson. Guaidó ha definito il tentativo del governo «disperato».