May ha cambiato strategia su Brexit
Oggi incontrerà nuovamente Juncker a Bruxelles e chiederà nuove e più concrete rassicurazioni sul "backstop", rinunciando però a metterlo in discussione
La prima ministra britannica Theresa May ha abbandonato l’idea di rinegoziare l’accordo su Brexit con l’Unione Europea e, secondo i giornali britannici, nel suo incontro di mercoledì con il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, tornerà alla sua strategia iniziale per sbloccare la situazione. May, scrivono il Guardian e il Financial Times, presenterà ai negoziatori europei una nuova proposta per definire con maggiore chiarezza i limiti temporali dell’accordo provvisorio sul confine tra Irlanda e Irlanda del Nord – il cosiddetto backstop – nella speranza che sia sufficiente per convincere il parlamento britannico ad approvare l’accordo complessivo su Brexit.
Il cambio di strategia di May era probabilmente inevitabile. Il 29 gennaio, dopo faticose trattative interne al partito Conservatore, il parlamento britannico aveva votato a favore di un emendamento per chiedere a May di riaprire i negoziati con l’Unione Europea sul backstop, il tema che divide maggiormente la maggioranza di governo e che per ora ha impedito che venisse approvato l’accordo su Brexit (Leggi anche: Cos’è il “backstop”, spiegato). L’Unione Europea aveva però da subito detto con estrema chiarezza che non intendeva riaprire i negoziati sul contenuto dell’accordo – e quindi sul backstop – e un primo incontro tra May e i negoziatori europei a inizio febbraio si era risolto senza passi avanti di nessun tipo.
Tutti i principali rappresentanti delle istituzioni europee avevano escluso di ricominciare a trattare i termini dell’accordo su Brexit a poco più di un mese dalla data ufficiale dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (il 29 marzo) e avevano anche escluso la possibilità di eliminare il backstop dall’accordo per renderlo più digeribile ai parlamentari Conservatori nel Regno Unito. Passate altre tre settimane, May sembra aver preso atto di non avere margini di manovra in quella direzione – ammesso che avesse mai pensato di averne – e martedì sera, scrive il Guardian, ha confermato ad alcuni parlamentari Conservatori di aver accantonato anche l’ipotesi di proporre all’Unione Europea il cosiddetto “compromesso Malthouse”. Era un piano per superare il backstop che prevedeva di trovare soluzioni tecnologiche per risolvere il problema di una frontiera “chiusa” tra Irlanda e Irlanda del Nord dopo Brexit, ma che era di dubbia applicabilità e avrebbe comunque richiesto, probabilmente, mesi di negoziati per essere meglio definito.
Durante l’incontro di mercoledì a Bruxelles, quindi, May proverà ad ottenere nuove rassicurazioni sul fatto che gli accordi temporanei per la frontiera tra Regno Unito e Unione Europea in Irlanda saranno davvero temporanei e non diventino invece perenni, come temono molti Conservatori. Di fatto, si tratta di trasformare in un testo legalmente vincolante le rassicurazioni fatte più volte dall’Unione Europea sulla natura temporanea del backstop, senza però inserire clausole che l’UE ha già definito inaccettabili: come una data di scadenza per l’accordo o la possibilità per una delle due parti di rescinderlo unilateralmente.
Se May dovesse avere successo, è possibile che decida di presentare al parlamento britannico una nuova proposta di accordo per il voto su Brexit già previsto per il 27 febbraio: in quel caso il parlamento voterebbe ancora sul testo del primo accordo trovato da May con l’UE, con l’aggiunta possibili nuove concessioni sul backstop. Durante una conferenza stampa a Stoccarda martedì sera, Juncker ha comunque cercato di abbassare le aspettative sull’incontro di mercoledì, spiegando di non aver visto “abbastanza movimento” per poter immaginare di uscire dagli incontri con qualcosa di concreto.