La Georgia sta costruendo un porto gigantesco per ingolosire l’Europa
La piccola repubblica caucasica vuole convincere i paesi europei a commerciare con la Cina passando per il Mar Nero
La Georgia, il piccolo stato caucasico a sud della Russia, sta costruendo un gigantesco porto ad Anaklia, sulle coste del Mar Nero. Si estenderà su ottanta ettari e potrà accogliere navi cargo che trasportano fino a 5mila container, cosa che renderà Anaklia la principale città portuale del paese e una delle più importanti del Mar Nero.
Oggi la città è conosciuta prevalentemente come meta turistica, e non avrebbe alcun bisogno di ampliare il suo porto: il vero obiettivo è quello di convincere i paesi europei a passare per il Mar Nero per commerciare con la Cina, e usare questo espediente per avvicinarsi alla sfera di influenza dell’Europa occidentale. «Sappiamo che l’Unione Europea non è ancora pronta ad offrirci l’adesione», ha raccontato all’Economist l’ambasciatrice georgiana a Bruxelles, Natalie Sabanadze: «Ma vogliamo arrivare preparati al momento in cui lo sarà».
L’Economist osserva che da tempo la Georgia vorrebbe accedere alla NATO e all’Unione Europea, ma i paesi occidentali la considerano situata nel lato “sbagliato” del Mar Nero: cioè troppo vicina alla Russia, con cui condivide metà dei propri confini. Quasi sicuramente la Russia considererebbe un’intrusione nella propria area di influenza un eventuale ingresso della Georgia in una organizzazione occidentale.
Il progetto del porto, però, sta procedendo senza intoppi di tipo politico. La prima fase di costruzione è già stata avviata e dovrebbe concludersi nel 2021: il primo terminal avrà una previsione di flusso annuale di quasi 1 milione di container, oltre il doppio rispetto all’attuale capacità dei porti dell’intera Georgia. La costruzione del porto è stata articolata su nove fasi e verrà completata nei prossimi decenni: una volta terminato il porto gestirà qualcosa come 5 milioni di container all’anno.
La capacità del porto è stata scelta prevedendo un traffico ingente di merci dall’Europa alla Cina, e viceversa. Come spiega l’Economist, al momento i corridoi principali che collegano le due aree sono tre: uno meridionale che passa dall’Iran, di recente reso impraticabile delle sanzioni statunitensi; uno “di mezzo” attraverso il mar Caspio, la Georgia e il Mar Nero, oggi poco pratico per via della mancanza di infrastrutture moderne; e uno settentrionale che passa dalla Russia, che al momento è quello più utilizzato. Il progetto del porto di Anaklia, se completato, permetterà di ampliare notevolmente il corridoio di mezzo, contribuendo a diminuire la dipendenza dell’Europa dalla Russia.
Il progetto del porto di Anaklia riceverà oltre 350 milioni di euro di investimenti europei, statunitensi e cinesi (la Banca asiatica di sviluppo delle infrastrutture finanziata della Cina coprirà il 25 per cento del totale). Il resto del capitale verrà fornito dal governo georgiano e da investitori privati. Una volta completato il porto verrà gestito dalla SSA Marine di Seattle, uno dei maggiori gestori di porti del mondo.
Anche l’Unione Europea ha deciso di finanziare il progetto. Di recente la Commissione Europea ha deciso di stanziare 233 milioni di euro per finanziare la seconda fase di costruzione del porto di Anaklia, e metterà a disposizione delle autorità georgiane anche 100 milioni di euro per la costruzione e la riparazione delle linee ferroviarie e delle strade che collegano il porto con il resto del paese.
Già da tempo la comunità internazionale ha intravisto nella rotta che passa dalla Georgia e dal Mar Nero il prossimo corridoio per aumentare lo scambio di merci con la Cina. All’inizio degli anni Novanta l’Unione Europea lanciò un programma economico chiamato Traceca per rafforzare le relazioni commerciali con 14 paesi dell’Est Europa, del Caucaso e dell’Asia Centrale. Da allora il numero di infrastrutture costruite nella regione è raddoppiato: l’Azerbaijan, la Georgia, la Turchia e altri partner occidentali hanno costruito un gasdotto che dal Caspio arriva nel Mediterraneo e la Turchia ha finanziato un’autostrada e una ferrovia che collegano Baku, capitale dell’Azerbaijan, a Istanbul, passando anche dalla Georgia. La Georgia, inoltre, grazie alla sua posizione è proprio al centro delle rotte della cosiddetta “nuova via della Seta”, il grandioso progetto infrastrutturale della Cina, che sta costruendo porti e punti di scambio in tutto il mondo per trasportare i prodotti dalle sue fabbriche nell’est del paese fino in Europa.
La Georgia spera anche di allontanarsi dal suo ingombrante vicino a nord, la Russia: è stata sotto il controllo russo per buona parte degli ultimi due secoli e nel 2008 l’esercito russo invase il paese. Ancora oggi la Russia controlla le due regioni dell’Abkhazia (al cui confine si trova Anaklia, peraltro) e dell’Ossezia del Sud, e guarda con sospetto a ogni eventuale avvicinamento dei paesi europei nell’area.