Trump ha dichiarato lo stato di emergenza per costruire il muro
Avrà a disposizione fino a 8 miliardi di dollari di fondi, ricorrendo a una misura solitamente adottata in caso di crisi eccezionali
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per ottenere i fondi necessari per costruire il muro al confine tra Stati Uniti e Messico. È una decisione controversa e molto criticata, e rappresenta l’ultimo sviluppo di un conflitto politico tra Repubblicani e Democratici che va avanti da settimane, e che aveva già provocato il più lungo shutdown – una chiusura parziale delle attività pubbliche – nella storia del paese, durato 35 giorni.
Con la decisione di dichiarare lo stato di emergenza, si stima che Trump possa mettere insieme fino a 8 miliardi di dollari per costruire il muro: ma in molti la reputano una forzatura costituzionale, visto che sono fondi che teoricamente richiederebbero l’approvazione del Congresso. Con una dichiarazione dello stato di emergenza, però, Trump può fare un uso molto discrezionale di una gran quantità di fondi. Normalmente si ricorre a questo tipo di misura in caso di disastri naturali, guerre o crisi eccezionali: i Democratici contestano la decisione di Trump sostenendo che non ci sia nessuna ragione emergenziale per giustificarla. Durante il suo discorso, Trump ha peraltro detto che non aveva davvero bisogno di ricorrere allo stato di emergenza, ma che lo ha fatto per costruire il muro più in fretta.
In a comment that you can bet is going to be cited in lawsuits against this national emergency, Trump admits, "I didn't need to do this, but I'd rather do it much faster." pic.twitter.com/FD0m1aHQcZ
— David Mack (@davidmackau) February 15, 2019
Giovedì, Trump aveva firmato una legge di bilancio per evitare un nuovo shutdown dopo che un ennesimo tentativo di ottenere i fondi dal Congresso era fallito. I Democratici, che da gennaio controllano la Camera, si erano infatti rifiutati di concedere i 5,7 miliardi di dollari che Trump richiedeva per finanziare il muro, un’opera che aveva promesso in campagna elettorale e che considera fondamentale per il suo consenso. Dopo che Trump aveva inizialmente dovuto accettare la sconfitta per far finire lo shutdown, il suo nuovo tentativo aveva fatto preoccupare molto che potesse cominciarne un altro, con le stesse conseguenze: attività statali chiuse, mancati stipendi ai dipendenti pubblici, caos nell’erogazione di molti servizi, eccetera.
Alla fine Trump ha scelto una strategia diversa: ha firmato la legge di bilancio negoziata con i Democratici, che prevede 1,375 miliardi di dollari per costruire recinzioni e barriere al confine (e quindi non per il muro). Ma venerdì ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, superando nettamente i 5,7 miliardi di dollari che voleva inizialmente.
È probabile, comunque, che i Democratici si oppongano allo stato di emergenza facendo ricorso contro la decisione di Trump, innescando un procedimento giudiziario che secondo il New York Times potrebbe arrivare alla Corte Suprema, attualmente a maggioranza conservatrice.