Dopo l’Abruzzo, tocca alla Sardegna
Si vota domenica 24, e i risultati potrebbero non cambiare molto
Domenica 24 febbraio si voterà in Sardegna per il rinnovo della giunta e del presidente della regione. Il favorito è il candidato di centrodestra Christian Solinas, leader del Partito Sardo d’Azione, eletto al Senato con la Lega alle ultime elezioni politiche. I sondaggi indicano che al secondo posto dovrebbe arrivare il candidato del centrosinistra, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, mentre Francesco Desogus del Movimento 5 Stelle dovrebbe arrivare terzo. Le elezioni in Sardegna potrebbero quindi diventare una specie di replica del voto in Abruzzo una settimana fa, con la vittoria del centrodestra e l’affermazione della Lega, un centrosinistra in recupero rispetto alle elezioni politiche e un Movimento 5 Stelle in forte calo.
Secondo il principale sondaggio che circola nelle ultime settimane, realizzato da SWG e pubblicato dalla Nuova Sardegna due settimane fa, Solinas e il centrodestra dovrebbero ottenere tra il 33 e il 37 per cento (con la Lega intorno al 14 per cento). Il centrosinistra con Zedda dovrebbe raccogliere tra il 27 e il 33 per cento, mentre il Movimento 5 Stelle dovrebbe rimanere tra il 22 e il 26 per cento, cioè circa metà dei voti rispetto al 42 per cento ottenuto nell’isola alle elezioni politiche.
Negli ultimi giorni la campagna elettorale nell’isola è stata dominata dalle proteste dei pastori contro il prezzo del latte di capra e di pecora, arrivato a costare 60 centesimi al litro, un prezzo inferiore ai costi di produzione, sostengono i pastori. Il segretario della Lega Matteo Salvini ha subito cavalcato la vicenda, ricevendo una delegazione di pastori al ministero dell’Interno e schierandosi contro i produttori di formaggi, accusati di aver creato un cartello per imporre un abbassamento dei prezzi del latte.
Salvini, in realtà, è al lavoro da tempo per costruire una base politica della Lega nell’isola. Nel 2017, per esempio, in vista delle elezioni politiche, formalizzò l’alleanza della Lega con il Partito Sardo d’Azione, una formazione autonomista da tempo vicina al centrodestra. È grazie a questa alleanza che il 42enne Solinas è stato eletto in Senato, dove siede nel gruppo della Lega. A novembre Salvini aveva partecipato al congresso del Partito Sardo d’Azione, aprendo le porte alla candidatura di Solinas alla guida della regione. Per sostenerlo Salvini ha in agenda per la prossima settimana cinque appuntamenti elettorali nell’isola, tra comizi ed altri eventi. Il suo obiettivo è portare la coalizione di centrodestra, formata da 11 liste diverse, a superare il 40 per cento e la Lega da sola sopra il 20.
Anche il candidato del centrosinistra Zedda, 43enne sindaco di Cagliari, ha espresso la sua solidarietà ai pastori sardi e chiesto che venga immediatamente creato un fondo da 20 milioni di euro per sostenerli. Anche se su questo tema, almeno mediaticamente, è Salvini a farla da padrone, la campagna di Zedda sembra finora essere andata piuttosto bene e i suoi consensi sono dati in crescita. La coalizione che guida è formata da quasi tutto l’arco del centrosinistra: dal PD a LeU passando per Sardegna in Comune, vicina a Italia in comune del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, e Campo Progressista, la formazione patrocinata dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Soltanto Rifondazione comunista e il PCI hanno deciso di appoggiare un altro candidato, l’ex giornalista Vindice Lecis.
Zedda, eletto sindaco di Cagliari per due volte, proviene dall’area politica che si trova a sinistra del Partito Democratico, ha militato in Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola per poi restare indipendente, senza farsi coinvolgere nelle successive vicende della sinistra radicale. Ultimamente è considerato particolarmente vicino a Campo Progressista. I sondaggi danno Zedda e il centrosinistra in crescita rispetto all’inizio della campagna elettorale (quando il centrodestra era dato oltre il 40 per cento) e soprattutto rispetto alle elezioni politiche, quando PD e alleati ottennero meno del 18 per cento e Liberi e Uguali poco più del 3 per cento. La crescita della coalizione di centrosinistra rispetto alle ultime politiche è un altro tratto in comune delle elezioni sarde con il voto in Abruzzo, dove la coalizione di centrosinistra guidata dal candidato presidente Giovanni Legnini è passato dai 133 mila voti raccolti alle politiche ai quasi 200 mila ottenuti alle regionali di domenica scorsa.
Chi sembra invece in grosse difficoltà è il Movimento 5 Stelle, passato dal 42,4 per cento delle politiche 2018 al 23,5 per cento stimato dai sondaggi. Il suo candidato presidente Francesco Desogus, 58 anni, bibliotecario di Cagliari, è un totale esordiente in politica. Lo scorso autunno ha vinto le primarie del Movimento con 450 voti su 1.350 iscritti votanti. Prima di lui era stato candidato alla regione Mario Puddu, ex sindaco di Assemini, in provincia di Cagliari, più noto e con maggiore esperienza, ma che ha dovuto ritirarsi dopo essere stato condannato per abuso d’ufficio. Il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio si trova in questi giorni nell’isola per sostenerlo e anche lui ha in programma cinque tappe come Salvini. Sembra difficile però che il suo impegno possa ribaltare il risultato.