Sapete chi è Charlie Charles?
Forse no, eppure è il giovanissimo produttore musicale milanese dietro i più grandi successi di Ghali e mezza trap italiana: e anche dietro la canzone che ha vinto a Sanremo
A scorrere un elenco delle canzoni hip hop e trap italiane più ascoltate e popolari degli ultimi anni, quelle dei cantanti più seguiti tra le nuove generazioni come Ghali, Sfera Ebbasta, Tedua, Capo Plaza, si nota un nome ricorrente: è quello di Charlie Charles, cioè il più influente giovane produttore italiano, uno che anche se non lo sapete avete già sentito un sacco di volte. L’ultima di recente: da qualche giorno Charlie Charles può aggiungere al suo già ricco curriculum anche una vittoria al Festival di Sanremo. “Soldi”, la canzone vincitrice di Mahmood, è prodotta proprio da Charlie Charles, insieme a Dardust, nome d’arte di Dario Faini, compositore e pianista 42enne marchigiano di grande esperienza nel pop italiano.
Con produttore musicale si possono intendere tante cose: ci sono quelli che si occupano della parte commerciale e della promozione di un artista, e quelli che arrangiano le canzoni (cioè decidono la struttura di un brano e scelgono gli strumenti e le loro parti) e supervisionano le sessioni in studio. Charlie Charles è un produttore nel senso che compone la musica di un brano, e la produce fisicamente al computer: realizza cioè, da solo o collaborando con il cantante o con altri produttori, la base finale di una canzone, a cui manca nel più dei casi soltanto la voce dell’artista. Lo fa oggi per praticamente tutti i rapper più famosi del momento: come ha scritto Tommaso Naccari su Noisey, Charlie Charles è «l’eminenza grigia del rap italiano».
Il suo vero nome è Paolo Monachetti, ha 24 anni ed è di Settimo Milanese, un comune a ovest di Milano, la stessa città di Ghali (del quartiere Baggio), Mahmood (di Gratosoglio) e Sfera Ebbasta (di Cinisello Balsamo). È proprio con quest’ultimo che Charlie Charles fece le sue prime produzioni di successo, compresa quella che gli ha dato la prima vera notorietà: il disco omonimo del 2016, uno dei più importanti nella breve storia della trap italiana. A proposito del suo avvicinamento al rap, negli anni precedenti al suo incontro con Sfera Ebbasta, Charlie Charles ha raccontato a Studio: «all’epoca frequentavo questo locale che si chiamava Palazzo Granaio. Era un ritrovo davvero hip hop, c’erano ad alternarsi live di rapper, eventi per producer, ballerini, writer. Mi ha fatto scoprire il rap. Settimo in tutto ciò è stata fondamentale».
Di solito a conoscere i nomi dei produttori sono soltanto gli addetti ai lavori. Ci sono poi le eccezioni, e poi ci sono le vie di mezzo come Charlie Charles: uno che pur essendo molto conosciuto tra i fan della trap e tra gli addetti ai lavori del mondo della musica italiana è noto a pochi, se si tiene conto di quanta della musica che passa ogni giorno alla radio o nei supermercati è uscita dal suo computer.
Già nel 2016, con il disco Sfera Ebbasta, il talento di Charlie Charles nello sfornare canzoni destinate a macinare decine di milioni di visualizzazioni su YouTube diventò evidente. Ma presto dimostrò di saper fare molto di più: nel 2017 uscì Album, il primo disco di Ghali, prodotto interamente da Charlie Charles. Fu un successo commerciale enorme, e fin da subito ottenne ottime recensioni e raccolse estesi apprezzamenti tra un pubblico molto più vasto di quello tradizionalmente associato alla trap. Una gran parte la fece il talento di Ghali nel canto e nella scrittura e l’efficace immagine pubblica che si era costruito. Un’altra parte importante fu il fatto che era un disco più pop che trap. Ma il resto lo fecero le musiche di Charlie Charles.
Charlie Charles viene descritto spesso come un tipo schivo e riservato, e raramente ha cantato o ha pubblicato canzoni a suo nome. Lo ha fatto con “Bimbi” del 2017, in cui hanno cantato alcuni dei rapper con cui ha più spesso collaborato: Izi, Rkomi, Sfera Ebbasta, Tedua e Ghali. Sono alcuni dei nomi che più spesso precedono quello di Charlie Charles nelle canzoni che scrive: il suo compare quasi sempre tra parentesi, ma quando compare ormai è diventato una specie di marchio. Per un rapper italiano, infatti, essere prodotto da Charlie Charles è ormai una specie di traguardo, e spesso anche una garanzia sul successo di una canzone.