Una vita da Jennifer Aniston
Compie oggi 50 anni, molti dei quali passati a essere raccontata per stereotipi dai tabloid: eppure di cose ne ha fatte
Jennifer Aniston, l’attrice statunitense famosa soprattutto per il ruolo di Rachel Green nella serie tv Friends, compie oggi 50 anni. Ha già iniziato a festeggiarli sabato con una grande festa a Los Angeles, insieme a mezzo mondo di Hollywood: Gwyneth Paltrow, Katy Perry, George e Amal Clooney, Reese Witherspoon, Robert Downey Jr., Barbra Streisand e le sue ex colleghe di Friends Lisa Kudrow e Courteney Cox, con cui, pare, è rimasta in buoni rapporti; i titoli dei giornali sottolineavano la presenza di Brad Pitt, che fu suo marito prima di esserlo di Angelina Jolie.
Jennifer Aniston, nata l’11 febbraio del 1969 a Los Angeles, è figlia d’arte: dell’attore di origine greca John Aniston (originariamente: Giannis Anastasakis, che cambiò in Aniston per comodità) e dell’attrice Nancy Dow. Iniziò a recitare adolescente nel 1987 e arrivò al successo negli anni Novanta, soprattutto grazie a Friends, una delle serie tv di maggior successo del tempo e di sempre, che andò avanti per dieci stagioni, fino al 2004.
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Alle audizioni le era stato chiesto di leggere per il ruolo di Monica Geller, poi affidato a Courteney Cox, che a sua volta era stata scelta per interpretare Rachel: entrambe chiesero la parte dell’altra per maggiore affinità, ed entrambe la ottennero. Rachel è la protagonista bella e viziata, che cerca di entrare nel mondo della moda e intanto fa la cameriera da Central Perk, la caffetteria dove si ritrova il gruppo di amici: è uno dei personaggi comici femminili più riusciti di sempre e per anni ha fatto da modello alle protagoniste di film e serie tv successivi. Grazie a Friends Aniston ha vinto molti premi, tra cui un Emmy, un Golden Globe e uno Screen Actors Guild. Soprattutto è diventata una delle attrici più famose e pagate di sempre, continuando a recitare in commedie e film romantici, tra cui Ti odio, ti lascio, ti…, Vizi di famiglia, Io & Marley, La verità è che non gli piaci abbastanza, Derailed – Attrazione letale. Nel 2006 diresse il cortometraggio Room 10, con protagonista Robin Wright, e nel 2008 fondò la casa di produzione Echo Films.
Uno dei suoi ruoli più apprezzati è del 2002, in The Good Girl, nel quale interpreta una donna depressa per un matrimonio infelice e per la difficoltà di restare incinta: in molti scrissero che per intensità e realismo meritava un Oscar. Un altro è quello del 2014 in Cake, nel quale interpreta un’avvocata di successo costretta a convivere con i postumi di un grosso incidente: è una delle sue rare parti drammatiche, e anche in quell’occasione alcuni critici notarono come fosse sempre stata sottovaluta e ingiustamente relegata nelle commedie leggere. Ottenne una candidatura al Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico e una agli Screen Actors Guild Awards.
Gli ultimi suoi progetti sono state collaborazioni con Netflix: a dicembre 2018 è uscito il musical Dumplin’, di cui è produttrice e protagonista, mentre quest’anno usciranno la commedia Murder Mystery, con Adam Sandler, e First Ladies, dove interpreta un’immaginaria prima presidente lesbica degli Stati Uniti. Sempre quest’anno reciterà con Reese Witherspoon nella serie tv Top of the Morning, la prima con un ruolo da protagonista dai tempi di Friends.
Nonostante gli oltre 30 film, il successo, la bellezza e la ricchezza – nel 2017 era al secondo posto della classifica di Forbes delle attrici più pagate – Aniston è ancora per molti la “America’s Suffering Sweetheart”, la fidanzatina d’America con il cuore spezzato, un’etichetta che le hanno affibbiato un po’ i giornali, un po’ i fan, un po’ il mondo del cinema che si è ostinato a proporle quelle parti. È un’immagine che le si è incrostata addosso soprattutto dopo il divorzio dall’attore Brad Pitt, conosciuto nel 1998 e sposato nel 2000. Per i primi anni furono la-coppia-di-Hollywood, poi nel 2005 annunciarono il divorzio. Si disse che lui la tradiva con Angelina Jolie sul set di Mr. & Mrs. Smith, o che la lasciò perché lei non voleva figli. «Nessuno fece niente di sbagliato. È solo che, a volte, queste cose succedono», commentò lei dieci anni dopo.
All’epoca però i fan si spaccarono in “team Aniston” e “team Jolie”, indossando magliette a sostegno dell’una o dell’altra; i giornali di gossip si tuffarono sulla storia, descrivendo i simpatizzanti di Aniston come persone che vedevano in lei la ragazza della porta accanto, abbandonata per la diva irraggiungibile. Negli anni i tabloid si ostinarono a raccontare la sua vita sentimentale e in 25 anni le attribuirono moltissime fantomatiche gravidanze.
Poi nel 2011 iniziò a uscire con l’attore e regista Justin Theroux, nel 2015 lo sposò, a fine 2017 divorziò, e i giornali si accanirono di nuovo, scrivendo che era «incapace di tenersi un uomo» o che era troppo egoista e carrierista per pensare ai figli. La figura pubblica di Jennifer Aniston è diventata «un archetipo culturale» – come l’ha definita la sua socia della casa di produzione, Kristin Hahn – su cui l’America proietta, o ha proiettato a lungo, i suoi doppi standard per le donne, non riuscendole a immaginare felici se non con uomini e figli a fianco. Lei ha detto più volte di non avere il cuore spezzato, e spiegato che una storia non deve durare per sempre per essere stata felice: «perché vogliamo un lieto fine? Perché non ci basta una vita felice, un costante cambiamento felice?».
Oltre a recitare, Aniston fa yoga, meditazione e boxe, a vent’anni scoprì di essere dislessica, ha sostenuto Barack Obama e Hillary Clinton alle elezioni presidenziali; le piacciono molto i cani.